Senza figli? Non è detto. A Benevento si opera contro la sterilità e per l'adozione
Nostro servizio - Negli ultimi anni il numero di adozioni nel nostro Paese si è stabilizzato in tendenza crescente con maggiore domanda al Nord, mentre Mezzogiorno e Sud spiccano per richieste di minori italiani. A confermarlo sono i dati stilati da Istat, Ansa e CAI (Commissione Adozioni Internazionali) dai quali deriva che dal 2005 la media è sulle 4.000 adozioni annue, posizionando l’Italia verso il vertice nel 2009, seconda solo agli Stati Uniti. Nel Sannio, come del resto in Italia, sussiste però una prospettiva a due facce. Infatti è positiva la stabilità numerica delle adozioni felicemente compiute, circa 25 all’anno dal 2003 al 2009, ma a controbilanciare in negativo c’è un aggravante che gli è in qualche modo complementare: anche il tasso di sterilità è in continuo aumento e in questo senso il Sud si pone doppiamente a rischio. Oltre al fattore biologico, ad incidere fortemente sono l’insalubrità della vita e gli effetti devastanti dell’inquinamento.
La condizione dell’infertilità in Campania è in sostanza conforme alle medie nazionali e si manifesta al 30% sia nella donna che nell’uomo ma si caratterizza per un notevole aumento, negli ultimi anni, dell’incapacità riproduttiva nell’uomo. Il dottor Alfredo Nazzaro, responsabile del reparto di Fisiopatologia della Riproduzione all’ospedale ‘Rummo’ di Benevento, ci ha spiegato che con ogni probabilità a incrementare questo fenomeno è proprio, in particolar modo nel nostro territorio, la questione aperta dei rifiuti tossici alla quale si unisce quella consolidata dell’uso improprio dei pesticidi. I prodotti malsani arrivano copiosi sulle nostre tavole andando a colpire l’organismo. Inoltre, ha specificato Nazzaro, a incidere è anche la mancanza d’efficacia della prevenzione, specialmente nell’età adolescenziale.
Piccole infezioni facilmente curabili, con il tempo possono determinare danni irreversibili all'apparato riproduttivo maschile e femminile contribuendo a incrementare il fenomeno. Per evitare l’emergere di queste patologie infettive basterebbe una volontà medica più vicina a quello che gli inglesi definiscono come ‘tender loving care’, cioè un atteggiamento più interessato, più ‘amorevole’ verso il paziente. A consolare c’è il fatto che almeno la consapevolezza dei sanniti sembra essersi accresciuta e le coppie accedono con più facilità ai centri PMA (procreazione medicalmente assistita) anche se la sterilità è ancora fortemente sentita come colpa e non come condizione. “Da noi - continua Nazzaro - le coppie vengono seguite a 360˚. Da un primo contatto con la struttura, in cui si compie l’anamnesi preliminare e si studia la storia ostetrica, ginecologica e andrologica della coppia, si passa alla verifica degli esami già sostenuti che vengono integrati con quelli mancanti, infine, secondo la necessità, i pazienti vengono avviati al ciclo di I o II livello. Cioè all’inseminazione artificiale semplice o alla fecondazione in vitro (FIVET o ICSI), dunque extrauterina”. Nella Provincia, altri due sono i centri presenti, a Benevento e Montesarchio, ma sono privati e svolgono solo trattamenti di I livello. Fondamentale rimane che il centro del Rummo gode da tempo di stima nazionale,
il 60% delle coppie che si sottopongono ai cicli di trattamento sono di provenienza extraprovinciale e ciò testimonia il suo alto indice di attrattività. Inoltre è il primo centro pubblico in Campania per numero di cicli effettuati. Confrontando la stima degli interventi di II livello riusciti, la media nazionale si aggira al 20%, mentre al Rummo gli interventi eseguiti con successo sono del 36% nel 2008 e del 41% nel 2009, dunque nettamente superiori alla norma. Eppure, nonostante l’iper efficienza del centro, molte rimangono le coppie che aspettano e il tempo d’attesa resta sugli 8 mesi.
Per questo Nazzaro si auspica che gli organi centrali della Regione non tendano, in periodo di crisi, a comprimere l’ambito delle PMA, dal momento che non è assolutamente da sottovalutare quell’allarmante 30% per cui una coppia su tre può avere problemi di tipo riproduttivo.
Certo su spunto delle suddette percentuali, non ci è dato ricavare quanto il fallimento dei trattamenti possa incidere sulla scelta di procedere a un’adozione. Di fatto in questo gioco tra valori positivi e negativi, la Provincia si distingue a livello regionale per un’ulteriore nota di efficienza e unicità. Dal 2003 è attivo presso l’Area di Coordinamento Materno – Infantile della Asl1, l’Ufficio Centrale Adozioni ed Affidi, il primo ad essere stato organizzato in Campania con lo scopo di semplificare e velocizzare l’iter procedurale del percorso adottivo che si riduce così a circa un anno. Con la sua opera di cooperazione e raccordo tra i vari enti locali coinvolti, a beneficiarne, oltre ai bambini, sono le coppie, specialmente nell’educazione alla genitorialità. L’Ufficio infatti si inserisce all’interno del processo, tra l’ente locale, in questo caso il Comune, responsabile dell’effettiva valutazione socio – ambientale della coppia, ed il Tribunale dei Minori, di Salerno o Napoli, che in ultima istanza trasmette il Decreto di Idoneità. La funzione fondamentale dell’Ufficio, ha spiegato la psicoterapeuta Maria Rosaria Zollo, è redigere una valutazione psicologica della coppia ricavata sulla base di una serie di meeting. Le coppie, unite in gruppo secondo affinità casistiche, si aprono ad un rapporto fiduciario tra loro, predisponendosi all’aiuto degli specialisti. Anzitutto, ha ricordato Zollo, la coppia deve essere consapevole di dover gestire l’incontro tra due dolori, quello dell’abbandono per il bimbo e quello proprio dell’infertilità, che deve essere metabolizzato. Poi deve raggiungere mentalmente il piano della realtà e non ragionare sulla base di aspettative immaginarie, fattore nettamente incisivo per il fallimento dell’adozione. Zollo ha concluso che la necessità di uno specifico supporto alla formazione genitoriale si manifesta da parte delle coppie stesse che nella maggior parte dei casi, anche dopo l’adozione definitiva, tornano volontariamente all’Ufficio per avere consigli complementari.
Dal 2003 al 2009 l’Ufficio ha promosso il compimento di 184 adozioni nell’intera Provincia, di cui 51 internazionali e 133 nazionali a comprova dei dati Istat e raccordabile alla volontà di porre rimedio a quelle particolari condizioni di degenerazione famigliare che affliggono alcuni contesti locali.
Elisa Fava