Sciopero generale settore costruzioni, prima protesta dopo 20 anni. Bosco (Uil Av/Bn): "Spendere le risorse stanziate"
E' forte il significato dello sciopero di 8 ore, di venerdì scorso, del settore edile promosso dai sindacati confederali Cgil, Cisl e Uil. I lavoratori hanno occupato pacificamente piazza del Popolo, nel cuore del centro storico di Roma, per chiedere al Governo nazionale un forte e deciso rilancio del settore.
Lo sciopero generale del settore delle costruzioni mancava da più di 20 anni, ma si è reso necessario a causa del perdurare di una crisi che ha portato dal 2008 a oggi alla perdita di circa 600mila posti di lavoro a livello nazionale. La Uil chiede il rilancio del settore delle costruzioni, sbloccando le opere ferme, finanziando le altre, investimenti sulle manutenzioni delle infrastrutture già esistenti e di fare un passo indietro riguardo i fondi dell’Inail per i progetti di prevenzione e di formazione, perché vogliamo si il lavoro, ma “ll Lavoro Sicuro”. Siamo scesi in piazza per tutelare i lavoratori, ma anche tutte quelle imprese regolari che oggi sono fuori dal mercato perché la competizione non si fa più sulla qualità ma sui costi.
“Bisogna spendere subito le risorse già stanziate – dichiara Fioravante Bosco (Uil Av/Bn) - per fermare un’insostenibile emorragia produttiva e occupazionale. Chiediamo che siano eliminati gli ostacoli burocratici che impediscono la riattivazione o l’avvio dei cantieri. È necessario dunque delegificare - ha proseguito il sindacalista - confermando però le garanzie per la legalità, la sicurezza e la dignità del lavoro. Ecco perché – ha concluso Bosco - ci vuole una cabina di regia unica per un confronto sistematico tra tecnici del Governo, delle Istituzioni e delle Parti sociali. Noi siamo disponibili a dare una mano”.
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