Benevento - SEA 18/03/2014   14:47 2186

Ritorna il 21 marzo Astrofisica@unisannio.it


Da venerdì 21 marzo, alle 10.30, presso l’Aula Magna della sede universitaria di via delle Puglie a Benevento, ritorna “Astrofisica@unisannio.it”, i seminari di astrofisica, di cosmologia e di divulgazione scientifica promossi dal Dipartimento d’Ingegneria dell’Università degli Studi del Sannio e organizzati da Antonio Feoli, in collaborazione con i professori Elmo Benedetto, Ferdinando Casolaro, Vincenza Fico e Domenico Tucci. Il primo appuntamento ospiterà Gaetano Scarpetta, vicepresidente dell’Istituto Internazionale di Altri Studi Scientifici, Vietri sul Mare (Sa), che interverrà su “L’Universo primordiale: la missione Planck”. Il secondo appuntamento dei seminari di astrofisica è previsto per giovedì 27 marzo presso la SEA alle 11, con ospite Massimo Della Valle, direttore dell’Osservatorio Astronomico di Capodimonte, Istituto Nazionale di Astrofisica, Napoli, che terrà una relazione su “Il lato oscuro dell’Universo”. Terzo appuntamento mercoledì 2 aprile 214, alle 11 con Alessandra Viola dell’Università “Luiss” Carlo Guidi di Roma, per l’incontro su “Comunicare l’ignoto: le metafore al servizio della comunicazione della Scienza”. Infine, venerdì 4 aprile Elmo Benedetto dell’Università di Salerno, concluderà il ciclo dei seminari intervenendo su “Caos e frattali”. “Questi incontri divulgativi, aperti a tutti gli interessati – ha dichiarato il professore Feoli - prendono spunto dalla nostra attività di ricerca sull’astrofisica, la relatività e la cosmologia, che ha prodotto, per esempio, due pubblicazioni sulle migliori riviste scientifiche internazionali del settore, solo in questo primo scorcio del 2014. Quando organizziamo degli incontri con autorevoli esponenti del mondo della ricerca per discutere ed approfondire le tematiche di nostro interesse, abbiamo preso l’abitudine ormai da tre anni, di aprire una parte della nostra giornata ad un pubblico più vasto di studenti e di appassionati di astrofisica, affinché le nostre attività non rimangano isolate nel chiuso dei laboratori, ma possano contribuire alla crescita culturale della società in cui viviamo”.

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