30/07/2015   11:30 2001

Protestarono davanti al carcere, scatta l'archiviazione


C’è l’archiviazione per i rappresentanti sindacali querelati per aver manifestato per la tutela dei diritti degli operatori penitenziari e la carenza di organico. La protesta si era svolta lo scorso 3 settembre.

“Con decreto di archiviazione n° 3423/2015 emesso dal GIP, Flavio Cusani del Tribunale Penale di Benevento, lo scorso 14 luglio, è stato archiviato per infondatezza di reato il procedimento penale n° 7222/2014, su richiesta del P.M. Patrizia Rosa, a seguito di querela sporta da Marialuisa Palma, direttrice della Casa Circondariale di Benevento, nei confronti dei rappresentanti sindacali CGIL, UIL e SINAPPE, nonché nei confronti di soggetti estranei alle organizzazioni sindacali, per i reati ex art. 595 c.p. ed 595 bis in quanto avevano manifestato pubblicamente il 3 settembre 2014, nello slargo antistante l’istituto di pena sannita, per la tutela dei diritti degli operatori penitenziari, esasperati dalle molteplici problematiche lavorative e criticità fattuali”.

A renderlo noto, le stesse sigle sindacali che dopo la protesta riuscirono ad avere anche un incontro con il prefetto di Benevento Paola Galeone, “per dare voce ed anima alla situazione che stava illo tempore delegettimando il Corpo della Polizia Penitenziaria: in tale sede il prefetto di Benevento Galeone, in primis «si impegnava ad inviare una nota diretta a richiamare l’attenzione alla Direttrice della locale Casa Circondariale e del provveditore del Dipartimento dell’Amministrazione sulle problematiche segnalate», come testé si legge nella nota n°0005955 del 19.02.2015 a firma del capo di Gabinetto della Prefettura di Benevento. E su tali eventi che la direttrice della Casa Circondariale di Benevento.

"Con l’archiviazione - affermano Patrizia Salierno, difensore di Giuseppe Caporaso, rappresentante Cgil, e Giancarlo Caporaso, difensore dei rappresentanti Sinappe – la giustizia ha trionfato in questa assurda vicenda giudiziaria il cui epilogo non poteva trovare scorcio migliore per gli indagati, nonché per tutti coloro che fanno parte di questo glorioso corpo, i cui vertici istituzionali devono garantirne il prestigio e non invece farne tacere la voce". 

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