Pomodoro 'padano'. De Girolamo: 'Buon senso in secondo piano'. Caldoro pensa alle bonifiche: 'Intervenire subito'
N.S. - Solo pomodori coltivati nel cuore della Pianura Padana, mai oltre 50 km di distanza dagli stabilimenti di confezionamento del Consorzio Casalasco. Così una nota azienda specializzata nella lavorazione dei pomodori, la Pomì, lancia la nuova pubblicità e lo fa prendendosi spazi su buona parte dei quotidiani nazionali, tutto questo a poche ore di distanza dalla divulgazione delle dichiarazioni del super pentito Carmine Schiavone, sul "sistema" dei rifiuti tossici in Campania. L'azienda, a dire il vero, non cita mai la questione relativa alla "terra dei fuochi" ma tanto basta per scatenare polemiche e rabbia, a partire dai social network, fino ad arrivare ai vertici istituzionali che non hanno certo apprezzato il tipo di pubblicità dell'azienda padana. “Prima qualcuno ha tentato di chiedersi se il pomodoro fosse di destra o di sinistra, adesso c'è addirittura la distinzione etnica fra pomodori - ha dichiarato il Ministro delle Politiche Agricole, Nunzia De Girolamo - mi sembra che il buon senso sia messo in secondo piano rispetto alla gravità dei problemi del Paese. sconcerta che una primaria azienda abbia sentito la necessità di specificare non solo che il suo pomodoro è italiano, ma che proviene da determinate regioni, quelle settentrionali. l made in Italy è unico e indivisibile - ha spiegato De Girolamo in una nota girata alla stampa - e se qualcuno pensa di andare sui mercati internazionali con un'identità di provincia appartiene a un mondo che non esiste più. I prodotti italiani tutti sono sicuramente i più controllati. L'emergenza della Terra dei fuochì per la quale tutto il governo e le
amministrazioni locali si sono finalmente mobilitate non può essere in alcun modo strumentalizzata”. Il ministro, di origine beneventana, ha poi chiesto le scuse ufficiali da parte dell'azienda:Dopo anni di indifferenza lo Stato si sta occupando con rigore della questione. Forse quell'azienda non s'è resa conto del gravissimo danno arrecato a migliaia di produttori onesti che tra mille difficoltà lottano ogni giorno per garantire un prodotto sano e d'eccellenza. Scusarsi con i lavoratori prima e con i consumatori dopo non solo sarebbe consigliabile, ma anche doveroso”. Sulla "questione" è intervenuto anche il presidente della Regione Campania, Stefano Caldoro, che ha "cinguettato" su Twitter il suo dissenso: "Pomodori al Nord solo marketing, il sapore dei nostri è un'altra cosa. I nostri sono i migliori e sono controllati", fino ad annunciare ad "UnoMattina" che "la Regione Campania ha già investito 300milioni per le bonifiche, ma servono più fondi. In base a quanto riferito dagli esperti, servono quasi 950 milioni. Abbiamo chiesto al Governo una legge speciale che intervenga sulle bonifiche e sulla salute del cittadino, noi abbiamo trovato, in questi tre anni 300 milioni ma ne servono di più". Secondo Caldoro "c'è il rischio di discesa di agenti inquinanti nella falda acquifera. Dobbiamo, prima di tutto, scongiurare questo che è il rischio maggiore". Caldoro parla di "30 anni di saccheggio del territorio", e sottolinea che "bisogna intervenire subito" perchè "non possiamo aspettare tanto tempo, 60 anni come hanno detto i tecnici".
^ torna in alto Stai leggendo un articolo di > Agricoltura