Natalia Ceaicovschi: la violinista mamma
Tenacia, disciplina, passione, il tutto con una buona dose di sana umiltà, e soprattutto musica. Questo si respira nell’aria durante l’incontro con la violinista Natalia Ceaicovschi, moldava di nascita, russa di formazione e italiana di adozione. Nella sua casa, con tanti spartiti, fotografie di una densa carriera concertistica, pezzi di un passato vissuto per la musica e di un presente tutto pregno di musica e dell’amore per i suoi due figli, la violinista comincia a parlare di sé con semplicità e ci apre le porte di accesso ad un percorso musicale ricco di esperienze e soddisfazioni.
Dopo essersi formata presso il Conservatorio Chaikowsky di Mosca, culla di talenti trainanti nel panorama musicale internazionale, Natalia Ceaicovschi ha studiato con un allievo del grande violinista David Oistrach, di cui può quindi ritenersi musicalmente la “nipote diretta”.
Molte sono state le esperienze artistiche sia in formazioni da camera sia come solista, dapprima nel suo paese e poi, dal ’90 con l’apertura delle dogane, anche all’estero.
“Spagna, Francia, Svizzera…” ci racconta la violinista “e poi, concerto dopo concerto, sono arrivata anche in Italia, dove nel ’94 ho conosciuto Leonardo Quadrini, direttore dell’orchestra di cui ero la spalla”. Galeotta fu la musica dunque, dal momento che da questo fervido sodalizio musicale, che ha visto la Ceaicovschi esibirsi anche da solista con l’Orchestra d’Archi del Teatro alla Scala diretta dal Maestro, è nato un grande amore, coronato da due figli: Veaceslav e Lea.
Una scelta consapevole e generosa quella della violinista Natalia Ceaicovschi, che dopo un’intensa carriera, proseguita anche dopo la nascita del primo figlio, decide con la seconda maternità di allentare un po’ il ritmo della vita artistica e dedicarsi all’educazione (disciplinata ma ricca di stimoli) che ha impartito ai due ragazzi. E nella trasmissione della sua “eredità di affetti” non poteva mancare la musica, che con amore e dedizione ha insegnato e continua ad insegnare ai due figli.
“Noi
musicisti”, ci spiega la violinista, “abbiamo il dovere di trasmettere il dono della musica ai nostri figli, che sono il nostro orgoglio e la nostra prosecuzione. Certo non è facile coltivare giovani talenti, spesso le strutture e le istituzioni si dimostrano non all’altezza. Fondamentale è quindi l’intelligenza e la lungimiranza dei genitori, gli unici che possono avere gli strumenti per indirizzare i figli, fin dalla tenera età, ad uno studio musicale serio e produttivo. Ci sono molti giovanissimi talenti in giro e grandi maestri che tengono corsi anche qui in Italia, spetta ai genitori il compito di indirizzare i piccoli verso la giusta strada”. E questa lungimiranza, Natalia Ceaicovschi dimostra di averla, dal momento che il diciottenne Veaceslav, che a cominciato a suonare il violino con la mamma già dai 4 anni, si è diplomato a 17 e già ha al suo attivo numerose vittorie di concorsi. Anche la piccola Lea non è da meno: otto anni, brava a scuola, estroversa, studia il violino e adora dipingere. Quasi mi stupisco quando l’occhio mi cade su un quadro appoggiato lì, ancora ad asciugare, e la violinista mi dice “l’ha fatto Lea”.
Un’educazione piena di impulsi quella che Natalia Ceaicovschi impartisce ai suoi figli, una famiglia di artisti che adorano muoversi tutti insieme in occasione dei concorsi musicali a cui partecipano sia Veaceslav sia la piccola Lea. “Mio marito è spesso in giro per concerti e a me fa piacere ora occuparmi dei ragazzi. Non ho rimpianti di aver lasciato la carriera. Ho fatto le mie esperienze e ne sono orgogliosa. Ora il mio compito è offrire ai miei figli questo mio bagaglio e garantire loro una conoscenza musicale completa e ampia, non solo legata al tecnicismo dello strumento”.
La chiacchierata è finita, ma come riassunto del racconto del suo percorso, Natalia Ceaicovschi si ferma un istante e poi, con un sorriso, dice semplicemente “Sono molto contenta di aver vissuto”.
Carlotta Nobile