Sito Archeologico Castelvetere 03/07/2016   16:32 5640

Legambiente Valfortore: "Tutelare il sito archeologico di Castelvetere"


La Legambiente della Valfortore chiede la tutela, la conservazione e la valorizzazione dei beni archeologici rinvenuti nel Comune di Castelvetere in Val Fortore in Località Morrone.

La Legambiente della Valfortore in una lettera indirizzata a Dario Franceschini ministro dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo, alla Sovrintendenza, al MiBACT, al Ministero dello Sviluppo Economico, al Comune di Castelvetere chiede la tutela del sito archeologio del centro fortorino.

Scrivono nella missiva, che, “a tutt’oggi nulla ci è dato sapere sul futuro del sito archeologico di Castelvetere in Val Fortore; che la Soprintendenza Archeologia della Campania ha provveduto ad occupare l’area in questione per un periodo di due mesi, a decorrere dal 26 aprile 2016, «ai fini della tutela archeologica e dell’eventuale valorizzazione del sito»; che durante i due mesi di occupazione del terreno suddetto, le «attività di rilievi e sondaggi» funzionali alla ricerca di un «corridoio» per poter attraversare col metanodotto il sito, non sono state condotte dalla Soprintendenza ma da operatori incaricati dalla Snam, costituendo ciò causa di incompatibilità assoluta con palese violazione del principio di imparzialità rappresentando un unico soggetto (la Snam) le posizioni di controllore e di controllato; tuttavia durante gli scavi sono emersi ovunque i resti degli edifici, delle abitazioni e/o dei locali dell’insediamento Sannita di vasta estensione. che si propaga anche nel Comune di Tufara in provincia di Campobasso poiché l’area è al confine tra Campania e Molise; che non è possibile che l’unico «corridoio» per il tracciato del metanodotto sia l’attraversamento e la devastazione di un sito di «notevole interesse archeologico»; che è un'assurdità permettere la posa di una struttura ad alto rischio come un metanodotto di carattere intercontinentale (dal diametro di 1,2 mt che trasporterà gas ad oltre 75 bar di pressione) prevedendo l'attraversamento nel bel mezzo di un eccezionale sito archeologico Sannita”.




Insomma, ancora una volta l’associazione ambientalista ribadisce che, “l’attraversamento del sito con il metanodotto è palesemente inconciliabile con una seria azione di salvaguardia e tutela dei beni archeologici in questione, sia perché con i connessi inevitabili ed inestimabili danni ne comprometterebbe la loro conservazione, sia perché l’elevato grado di pericolosità dell’opera (che richiede una fascia di sicurezza/servitù di 40 mt) azzererebbe del tutto il diritto garantito per Legge della fruizione del sito e dunque il suo godimento pubblico, oltre che la possibilità di accesso da parte di studiosi per eventuali ricerche future di approfondimento”.

La richiesta di Legambiente è quella di “spostare il tracciato del metanodotto al di fuori dal sito archeologico, ossia prevedendo una modestissima variante consistente in una semplice deviazione bypassando l’area archeologica e poi risalendo verso strada comunale Pianella, ricongiungendosi così alla linea già realizzata. L’associazione inoltre, fa sapere che “al momento, però, il sito si trova in uno stato di totale abbandono e dunque non è tutelato, i reperti riportati alla luce sono esposti oramai da molti mesi alle intemperie, al saccheggio, alla devastazione e alle ruberie, in quanto l’area archeologica in questione è priva di recinzione; pertanto auspichiamo che la Soprintendenza Archeologia della Campania si attivi a tutela del sito in questione, al fine di consentire la possibilità di condurre eventuali e approfonditi studi futuri, oltre che la valorizzazione di tale area, contribuendo alla realizzazione di una ‘zona archeologica’ come risorsa culturale storico-archeologica per il cuore del Sannio, come richiesto dai cittadini di Castelvetere in Val Fortore, dal Comitato Civico locale, dalla Nostra associazione e dallo stesso Comune”. 

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