Il lavoro del benzinaio: faticoso e a contatto con la gente
“… Da bambino sognavo di fare il benzinaio” cantava Luca Carboni nel suo album “Diario”. Un desiderio spesso condiviso dai più piccoli, che con occhi sgranati fissano, dai finestrini delle automobili, quegli uomini domatori di pompe e di motori ruggenti. Poi, crescendo, lo sguardo infantile lascia il posto ad una nuova consapevolezza: quello del benzinaio è un lavoro duro, fatto di pioggia e vento. Caldo ed afa. E penetrante odore di carburante.
Ma c’è chi la vita la prende con semplicità: “È tutta una questione di abitudine” ha spiegato Domenico De Rosa “d’inverno ti copri e col caldo ti scopri”.
“Don Mimmo”, come lo chiamano i suoi clienti più affezionati, ha 44 anni ed è benzinaio in via Meomartini a Benevento da 14 anni.
Cosa le piace di più del suo lavoro?
"Fare il benzinaio significa essere costantemente a contatto col pubblico. Il tempo trascorre velocemente, tra gli automobilisti da servire e tutta la gente che passeggia. Questa, infatti, è una strada molto trafficata ed è facile scambiare due chiacchiere con amici e i conoscenti. Ma forse il lato più piacevole è proprio quello di vivere all’aria aperta e non essere rinchiuso dentro un ufficio".
Quindi non rischia di annoiarsi?
"No, assolutamente! Anche perché la nostra è una stazione di servizio piuttosto che una pompa di benzina. Ciò significa che anche il nostro lavoro è
più vario: controllo gomme, controllo macchine e autolavaggio".
Quanto lo considera faticoso?
"Certo, si è impegnati parecchie ore al giorno. La sera quando torno a casa sono stanco, ma probabilmente come qualsiasi altro lavoratore. I periodi più impegnativi sono quelli di festa, quando tutti si mettono in moto e partono per le vacanze".
Cos’è cambiato col l’introduzione Self Service? Si lavora di meno con i sistemi automatizzati 24 ore su 24?
"Ormai li abbiamo da 7/8 anni. In realtà, si tratta di due fasce di clientela diversa per cui non c’è stato nessun tipo di cambiamento di abitudini".
Cos’è , per lei, l’odore del carburante?
"A me piace. Lo trovo gradevole. Forse, però, era preferivo l’odore della Super, la cosiddetta “benzina rossa”. Era più aromatizzata…".
Cosa direbbe a suo figlio se volesse seguire le sue orma?
"Non è il lavoro di per sé a lasciarmi indeciso. Credo davvero che sia una bella professione. Si tratta, infatti, di un’attività che ha subito molti cambiamenti, spesso positivi. Come, ad esempio, tutte le attrezzature che prima non esistevano ed oggi lo rendono più facile e meno stancante. Tuttavia quello che mi preoccupa è il fatto che, probabilmente, non ha un lungo futuro. Se, cioè, ci sarà l’introduzione dell’idrogeno o dei carburanti alternativi".