I.C. Moscati, studenti a lezione con la Polizia di Stato
Si è anche parlato delle ludopatie e della dipendenza dal gioco, ponendo l’attenzione rispetto il comportamento dei genitori.
Si è svolto lo scorso 2 marzo nell’Aula Magna dell’I.C. Moscati Benevento, l’incontro formativo “Legalità - Unicef”, fortemente voluto dalla dr.ssa E. Cassese, concernente bullismo e cyberbullismo, analizzandone gli aspetti legali ed emotivi derivanti in particolar modo dall’uso improprio dei social media.
A condurre il dibattito, al quale hanno preso parte le classi terze delle Sezioni A e B, il vice questore dr. Vittorio Zampelli che, partendo dall’enunciato “la Costituzione è la madre di tutte le leggi”, si è soffermato sull’importanza della conoscenza dell’art.54, comma 1, per cui i cittadini hanno il dovere di svolgere un ruolo di cittadinanza attiva nel rispetto della legalità. Si è discusso ampiamente delle tematiche legate alla prevenzione dai rischi del web, riflettendo anche con il supporto video, sugli aspetti negativi legati all’uso delle piattaforme social.
Si è anche parlato delle ludopatie e della dipendenza dal
gioco, ponendo l’attenzione rispetto il comportamento dei genitori, spesso troppo occupati e poco attenti alle reali esigenze emotive degli adolescenti. Questi ultimi, infatti, si dimostrano talvolta fragili e introversi o ribelli e poco propensi all’ascolto, a casa come in ambito scolastico, colpa probabilmente di una genitorialità troppo permissiva o addirittura iperprotettiva. Necessaria, allora la vigilanza da parte di docenti e genitori rispetto l’utilizzo dei social media, per evitare eventuali pericoli insiti nella rete. La scuola - ha ribadito più volte il relatore – deve diventare dunque il contesto privilegiato di promozione della salute, della sicurezza e della legalità, prevenendo gli eventuali fenomeni di disagio e la dispersione scolastica. Interessante si è rivelato anche l’intervento della dr.ssa Mercurio dell’Unicef che ha parlato agli alunni di empatia, ovvero della capacità di comprendere appieno gli stati d’animo altrui, sia che si tratti di gioia che di dolori, “mettersi nei panni dell’altro” incoraggiando così la collaborazione, la condivisione ed evitando qualsiasi occasione di discriminazione o di prevaricazione.