I cavalli di Mimmo Paladino a Napoli. Per alcuni è orrore, per altri sorprendente arte
Era il 1995 quando Napoli gli dedicò una mostra alle Scuderie di Palazzo Reale, a villa Pignatelli Cortes e in Piazza Plebiscito dove fu installata la sua ormai celeberrima Montagna di Sale. Mimmo Paladino, pittore, scultore e incisore di fama internazionale, nato a Paduli, a pochi chilometri da Benevento, è stato di nuovo chiamato dai napoletani, più precisamente due anni fa dall’ex commissario del Lirico, Salvatore Nastasi. Per un’opera a coprire la cupola nel giardino di Palazzo Reale.
Paladino ha realizzato. Nicola Spinosa, ex soprintendente al Polo Museale ha etichettata l’opera come ‘orrore’. Subito poi spiegando come il dato negativo non sia attribuibile a Paladino o all’arte contemporanea, quanto al danno precedentemente realizzato con la costruzione della cupola nei vecchi interventi alla Sala Ipogea voluta dal Teatro San Carlo.
Il soprintendente di Palazzo Reale Stefano Gizzi alla stampa ha invece dichiarato: "Non è il primo inserimento di un’opera contemporanea in un contesto storico. Il materiale è coerente e
c’è anche un richiamo alle scuderie e all’uso dei cavalli dei Borbone». Paladino ha invece spiegato: «Ho ammorbidito la presenza vistosa di quel tetto. Altrimenti la sala prove avrebbero dovuto farla altrove".
Il tetto sopraelevato con lucernari in vetrocemento copriva la falegnameria del San Carlo. Oggi, si è pronti a sostituire la falegnameria con una moderna sala prove del teatro pure grazie all’opera di Paladino “Prova d’orchestra”. Cavalli grigi, strisce di asfalto a cupola irregolare, due muri a perimetro dell’opera.
Un’apertura laterale fa scorgere gli artisti in prova.
'L’opera è costata circa 20 mila euro pagati dal San Carlo alla fonderia Di Giacomo. Paladino l’ha donata al teatro, che ha preso i fondi da quelli per la sua ristrutturazione. Bnl-Bnp Paribas è lo sponsor che ha reintegrato il budget'.
Durante l’inaugurazione i cavalli mostravano un cappio al collo. Spiegati dalla stampa in tal modo: “Per l’artista simboleggiavano il momento nero attraversato dalla cultura alla fine dell’era Bassolino che al contemporaneo aveva dato grande impulso”.