Giacobbo svela "I segreti di Traiano" e prova a scuotere l'orgoglio italiano per sviluppare il turismo


Roberto Giacobbo, il divulgatore e volto noto della Rai, conduttore della trasmissione Voyager, è stato l'ospite dell'incontro "I segreti di Traiano", svoltosi questa mattina all'Unifortunato.

Con il tono coinvolgente che lo contraddistingue, dimostrando anche una vena umoristica che non ci si aspetta, il giornalista Rai Roberto Giacobbo - dopo la visione del documentario “Traianus”,  di Livio Zerbini dell'Università di Ferrara entra nel vivo del personaggio e del lascito di Traiano. Un condottiero che aveva allargato sino al limite del possibile i territori dell'Impero Romano. Grazie alla Colonna Traiana, innalzata a Roma per celebrare la conquista della Dacia da parte dell'imperatore, rievoca infatti tutti i momenti salienti di quella espansione territoriale. L'altra caratteristica - spiega il giornalista - è che con i suoi bassorilievi è come un film dell'epoca che immortala e racconta nei particolari come erano organizzati i romani, come erano fatte le armature dei legionari. 

All'epoca, infatti, i metalli erano preziosi, per questo venivano fusi. Non ci ritroviamo nessuna armatura romana, a differenza di quanto avveniva in Egitto, dove i faraoni si facevano seppellire con tutte le loro suppellettili, motivo per cui ci sono giunte sino ai nostri giorni. Vi è stato però un fatto eccezionale per cui una sola armatura ci è giunta sino ai giorni nostri - ha raccontato ancora Giacobbo. Trovata nell'est europa, al confine dell'Impero Romano ai tempi di Traiano. Un dono fatto a un "vicino" che gloriandosene ha voluto fosse sepolta con lui alla sua morte. Per tutto il resto quindi possiamo vederlo proprio attraverso le effigi degli archi e della colonna traiana. Così come abbiamo perso le statue che abbellivano antichi monumenti, come il Colosseo, ma anche le pietre delle antiche costruzioni. Non c'era ovviamente l'idea della conservazione delle opere, il retaggio delle antiche vestigia, per cui se si aveva bisogno di materiali per le nuove costruzioni si trovava molto conveniente smontare quelle preesistenti, dove si trovavano ad esempio pietre ben squadrate che potevano essere riutilizzate.

Giacobbo sottolinea un'altra cosa molto importante. Avere una maggiore consapevolezza di noi stessi, come italiani. Eppure il mondo deve molto al genio italico. Dalla bicicletta  - che era già stata disegnata da Leonardo - al motore, dal telefono al computer, dagli Mp3 agli Mp4, sono sempre italiani ad averli inventati. Poi sono stati altri ad utilizzarli, produrli a livello industriale e commercializzarli. Giacobbo racconta pure delle curiosità con cui gli piace smontare la prosopopea francese: il ponte sulle banconote da 5 euro e la Marsigliese.

Il primo è un ponte sì francese, ma costruito dai romani. La seconda è una poesia adattata ad una musica scritta da un violinista italiano 11 anni prima. "Ai francesi abbiamo pure fatto inno nazionale", scherza e poi aggiunge compiaciuto: "Per quanto possiate aver fatto voi - rivolto agli stranieri - siete sempre a metà di noi!".

Per far capire quanto perdiamo come possibilità di sviluppo economico grazie allo sfruttamento dei monumeti, Giacobbo fa l'esempio di Stonehenge. "Da una foto del1901 si vedono pietre a terra riportate su. Ma ci raccontano del loro allineamento con le costellazioni astrali e di pietre blu portate in volo da mago Merlino. Gli inglesi ne hanno fatto una grande attrazione che è 90% mito e 10% storia. Insomma una ricostruzione recente con pietre antiche. Intorno, dopo aver visitato il sito, prima di uscire e tornare al parcheggio dove si è lasciata la macchina, si è obbligati a fare un lungo percorsso a serpentina con negozi di souvenir, dove si trovano i bicotti Stonehenge, infradito, magliette, costumi tutto marchiato Stonehenge. Ci fanno  1 milione di sterline l'anno tra biglietti e souvenir e ci pagano i costi di restauro degli altri beni storici. Noi italiani, invece, se possiamo dividerci siamo maestri. Tra Nord e Sud, ma anche all'interno delle stesse città, tra quartieri. Ma questo ci ha permesso di confrontarci e di crescere".

"Siamo nel 10% del mondo fortunato - conclude il giornalista - anche se abbiamo molte cose da migliorare. Dobbiamo capire dove ci troviamo, resta a noi sfruttare questa fortuna"!

All'incontro hanno portato il loro saluto anche il sindaco di Benevento, Clemente Mastella e la parlamentare di Forza Italia Nunzia De Girolamo. Mastella, che ha ricordato orgogliosamente che l'Arco di Benevento è considerato uno dei primr 10 archi piu famosi e importanti al mondo, ha posto il problema della sua conservazione, poichè a causa delle polveri sottili che vi si depositano è soggetto a deterioramento e si chiede se non sia il caso di immaginare una qualche soluzione che lo preservi, ricorda che hanno proposto una teca di vetro, "un po' come l'Ara Pacis a Roma, oppure immaginare squadre che periodicamente siano addette alla sua manutenzione. "Di certo, bisogna preservare la sua staticità".

Link di approfondimento

https://it.wikipedia.org/wiki/Colonna_Traiana

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