Paolo Amodio  29/02/2016   17:15 3071

Festival Filosofico del Sannio. Per il quinto incontro ospite Paolo Amodio


Si terrà il prossimo 2 marzo, alle ore 15,00 presso il Teatro Massimo il quinto appuntamento del 2° Festival Filosofico del Sannio, organizzato dall’Associazione culturale filosofica “ Stregati da Sophia”.

Ospite in città del quinto incontro del 2° Festival Filosofico del Sannio per una lectio magistralis è Paolo Amodio che relazionerà sul tema, “La volontà di sapere e il coraggio di dire. La nascita della libertas philosophandi nel Moderno”. Ad introdurre la lezione sarà Carmela D’Aronzo presidente dell’Associazione culturale filosofica “Stregati Da Sophia” che organizza l’evento che sarà invece coordinato da Donato Faiella docente di Storia e filosofia Liceo Classico P. Giannone. L’appuntamento è per il 2 marzo alle 15.00 presso il Teatro Massimo.

La relazione di Paolo Amodio - professore ordinario di Filosofia Morale presso la Facoltà di Lettere e Filosofia dell’Università Federico II di Napoli - spiega l’organizzazione, partirà dal concetto di moderno che nasce, “probabilmente, quando l’uomo scopre se stesso nella solitudine del suo essere in un mondo senza garanzie metafisiche, quando la ragione, non più dono divino per giungere alla salvezza, deve accontentarsi di essere un dato e un fatto squisitamente umano.

La ragione ha un limite, la finitudine, ma anche impregiudicate possibilità. Se la filosofia e la teologia medievale avevano disegnato il Sapere come severo compito da assolvere in nome di una Verità che trascende l’uomo e che proprio per questo non poteva mai essere l’esito di una curiositas umana, vero e proprio peccato mortale, da Montaigne fino ai più arditi esperimenti del libero pensiero, la volontà di sapere diviene libido sciendi, che vuol dire innanzi tutto “coraggio di dire”. In questo senso, il coraggio di dire le cose-così-come-sono, diviene spesso il rifiuto del mondo-così-come-dicono-che-sia, con le sue istituzioni politiche e culturali e la sua inflessibile grammatica e sintassi del potere. Fa da testimone, ad esempio, tutta una letteratura – spesso clandestina, ma non necessariamente – spregiudicata fino all’estremo che sul coraggio di dire e sulla volontà di sapere, non intendono manifestare un mero capriccio o un licenzioso divertissement, piuttosto innalzare il vessillo della libertas philosophandi“.

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