Maurizio Martina 22/09/2018   11:11 4553

Festa Unita' a Telese Terme. Martina: "Cambiare, non sciogliere PD e passare da opposizione ad alternativa"


Nel pomeriggio nel parco delle Terme è previsto l’arrivo dell’ex ministro dell’Interno Marco Minniti.

“Da opposizione ad alternativa. Non sciogliere ma cambiare il PD”, questo il mantra che Maurizio Martina segretario del Partito Democratico ha ripetuto più volte dal palco della Festa de L’Unità della Federazione Provinciale di Benevento che si sta svolgendo nel Parco delle Terme di Telese. È questa, per Martina, la strada da percorrere a partire dalla manifestazione del 30 settembre a Piazza del Popolo, passando per la Conferenza Programmatica di fine ottobre a Milano fino al Congresso che dovrebbe tenersi il prossimo gennaio.

Insomma, ricostruzione e cambiamento e non “azzeramento o scioglimento del Partito Democratico che rappresenta – a detta del segretario Dem – una infrastruttura fondamentale del Paese”. Martina prescrive la ricetta. Resta da vedere se la cura farà effetto soprattutto sulle correnti, le divisioni e le lacerazioni interne al PD, anche nel Sannio, soprattutto a livello di dirigenza e su temi come la sanità. All’orizzonte, appuntamenti importanti: in primis le Provinciali dove il PD peserà tutta la propria forza territorirale.

Una sorta di PD che vorrei e, soprattutto, un PD di battaglia - l’età media dei presenti non lascia ben sperare - quello sognato dall’ex ministro dell’Agricoltura. La voglia, di essere alternativa vera e: “L’alternativa va costruita nel quotidiano, con le persone: ‘fianco a fianco, non davanti e non sopra; territorio per territorio, a Benevento come a Roma; casa per casa”. Un lavoro faticoso, ma necessario per “organizzare una sfida che guardi in avanti, un PD rinnovato e senza rancori. Non viene prima il destino di Martina – ha poi rintuzzato il segretario – ma quello del PD. Dobbiamo partire dai più deboli e risolvere i loro problemi portando su tutta la società”.

Duro, durissimo, il giudizio sui primi 100 giorni di governo Conte – Di Maio – Salvini. “Si corre il rischio che il lavoro fatto in anni di Governo, vada smantellato. In questi primi 100 giorni abbiamo visto il loro approccio alle questioni: invece di risolvere il problema si cerca il nemico e si alimenta la propaganda”.

Un aspetto, questo,“drammatico”, secondo Martina anche perché: “il Sud e tanti territori, hanno bisogno di avere accanto un Governo”. Un rischio, si evince dalle parole del segretario, lo corre anche il Sud. Un rischio “mortale” che si nasconde dietro il binomio propaganda - risposta: “I decreti sono mezzi vuoti, i Consigli dei Ministri si tengono ma non vengono prese decisioni. Da Taranto a Genova: annunci roboanti e poi un vuoto di risposte”.

Non solo assenze di risposte, per Martina ce ne sono altre: “Il Sud è assente clamoroso nella prossima Legge di Bilancio e non si parla più di sviluppo”. Sul Decreto Di Maio: “avrà impatto devastante tra mancati rinnovi e contratti a tempo indeterminato, tanta gente sarà lasciata a casa. Al Sud, questo Decreto, bloccherà gli spazi che si stavano aprendo”.

È un fiume in piena, Martina, che poi, anche se in modo veloce, tocca temi come vaccini, immigrazione, scuola e formazione definendoli: “scatole vuote”. Sul blocco dell’1,6mld di fondi per il Piano Periferie il giudizio è netto: “è stato un mero assunto ideologico. Si bloccano progetti che avrebbero reso quartieri e realtà difficili più vivibili”.

Severo, il giudizio anche sul binomio M5S-Lega: “Sono forze antisismiche che si sono fatte sistema ma agiscono da antisistema. Con questo metodo e senza rispetto delle funzioni e ruoli rischiamo di sfaldare il Paese”. Sul siparietto del biglietto aereo(in realtà era business class), fotografato da Di Maio, Martina spiega: “è gente che usa armi di distrazione di massa ma non da risposte. Pensa ai tweet, annuncia roboanti rivoluzioni ma è vuota di pensiero e responsabilità”. Sui 49 milioni della Lega: “una vergogna, praticato il peggio della vecchia politica”.

Negativo anche il giudizio sul rapporto Italia – Europa: “Andare a giocare con Bruxelles come fanno loro, mi interessa poco. Fanno finta di battere i pugni e poi si alleano con Le Pen e Orban: il peggio che c’è in Europa. Se ieri eravamo protagonisti del cambiamento europeo, oggi siamo in coda”.

Proprio sulle ormai imminenti elezioni europee, che per il segretario Dem avranno valenza diversa rispetto ai soliti test elettorali, Martina chiude il suo intervento in terra sannita: “Respireremo tutti, una grande domanda rispetto al progetto europeo che ha garantito per 70anni Pace e sviluppo. Da soli dove andiamo? Il Paese rimane più giusto e più coeso in quella dimensione”.

Poi, l’appello per la grande manifestazione del 30 settembre: “A noi serve un momento collettivo, che dimostri che ci siamo, per una stagione di lotta contro un Governo che ci isola, che investe sulla paura. Un Governo che divide il Paese, smantella l’idea di comunità e mina i fondamenti democratici”.

Ad accompagnare Martina sul palco, il segretario provinciale del PD, Carmine Valentino che ha ricordato: Il PD è vivo, vuole essere alternativa vera per questo Paese che vive in un contesto messo costantemente a rischio anche a livello europeo”. Valentino lancia poi un appello a Martina: “abbiamo fiducia in uomini come te, in uomini che si sono caricati sulle spalle il peso di un partito in grosse difficoltà dopo il 4 marzo. A chi vuole azzerarci, diciamo siamo qui e ci aspettiamo non lo scioglimento ma un rilancio. Si torni a parlare di sviluppo, di Mezzogiorno: il Sud torni ad essere la priorità”.

Sulla stessa lunghezza d’onda anche il deputato Umberto Del Basso De Caro. “Il PD – dice l’ex sottosegretario al Mit – è ben lungi dall’essere messo in discussione, così come il suo dna. Abbiamo ancora gli stessi valori fondativi di 11 anni fa”.

Per De Caro il problema è tutt’altro che matematico: “I numeri non sono un problema, dobbiamo discutere di orizzonte politico e tralasciare le solite polemiche. Dobbiamo recuperare la nostra gente, a sinistra come tra i 5 Stelle. Essere opposizione significa anche questo, non solo votare contrario nelle Aule. Dovremmo essere più inclusivi, riallacciare rapporti con le associazioni e con i sindacati ai quali più volte abbiamo sbarrato le porte in faccia”.

De Caro poi analizza: “l’uomo solo al comando non è stato accettato, abbiamo pagato un prezzo più alto di quello che realmente meritavamo. Oggi, dobbiamo lottare per difendere il lavoro svolto come i 7 miliardi per Benevento e provincia”.

Rispetto al risultato elettorale delle scorse elezioni, aggiunge: “fotografa le due Italie. Una più sensibile al tema dell’imponibile (Nord, ndr) e chiede flat tax. L’altra (Sud, ndr) chiede il reddito di cittadinanza. Una Italia gialloverde che è difficile da far conciliare”.

E conclude: “Serve tempo, non basta evidenziare i fatti e le false promesse. Noi dobbiamo ricostruire la nostra identità per tornare ad essere protagonisti del cambiamento”. Ad Orfini poi replica: “Noi non smobilitiamo”.

Michele Palmieri
 

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