Fatturazione elettronica per le pubbliche amministrazioni italiane
Sono 4 le regioni italiane pronte all’introduzione della fatturazione elettronica nella Pubblica Amministrazione prevista per il 31 marzo
Seguendo i cittadini che quotidianamente utilizzano e mettono le carte di credito a confronto per usufruire, risparmiando, dei disparati servizi connaturati all’e-payment, anche la pubblica amministrazione non sembra tardare all’appuntamento con i pagamenti digitali e la fatturazione elettronica.
Quattro le regioni italiane e due i comuni, infatti, che hanno già aderito ai sistemi di fatturazione elettronica, i quali, d’altronde, dovranno essere adottati da tutte le pubbliche amministrazioni italiane entro e non oltre il 31 marzo 2015, come previsto dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri.
In prima linea nella riconversione digitale dei pagamenti ci sono, senza dubbio, il Lazio, per il ruolo di avanguardia svolto dalla PA del Comune di Roma e di LAIT, leader nella fatturazione elettronica del Paese. Il software qui realizzato, infatti, è aperto dall’1 luglio alle forme di interscambio della pubblica amministrazione.
In quanto “open source e disponibile online”, come lo descrive Francesco Loriga, Amministratore Unico dell’azienda, l’applicativo di LAIT diventa esperienza immediatamente condivisa. “In ottica open data e riuso”, infatti, il software è stato già adottato, oltre che dal Comune di Roma, da quello di Venezia, e dalle PA delle Regioni Toscana, Puglia, Campania e Trentino.
Con un immediato miglioramento dell’efficacia amministrativa e burocratica, dunque, cominciano a proliferare nel Paese le situazioni di ammodernamento e di digitalizzazione. Anche la Ragioneria Generale di Stato, come spiega Antonella Damiotti del Ministero dell’Economia e delle Finanze “ha messo a disposizione delle singole amministrazioni, a partire dal 2002, un sistema di contabilità, Sicoge”.
Il software si è arricchito da qualche anno “di nuove funzionalità relative alle registrazioni di contabilità economico-patrimoniale-analitico. Questo sistema di contabilità della Ragioneria riguarda tutti i suoi uffici centrali e periferici in Italia, quindi anche prefetture, tribunali, procure, carceri, ecc., e qui abbiamo implementato la gestione della fatturazione elettronica e il rapporto col Sistema di interscambio. Il bilancio è molto positivo: abbiamo gestito 420.000 fatture”.
Anche Simona David del Consorzio Customer to Business Interaction commenta positivamente l’adozione di pratiche di fatturazione elettronica, considerando come questa sia “parte dell’offerta delle banche alla clientela e i servizi di riconciliazione o conservazione sono fondamentali in un’ottica di digitalizzazione”.
“La fattura verso la PA”, continua, “è un servizio chiave del Consorzio CBI che ha anche definito un modello architetturale che permetterà la trasmissione, e quindi l'emissione, delle fatture elettroniche verso le PA attraverso la rete CBI. Le banche possono essere un partner importante nell'attuazione della digitalizzazione, per esempio con il servizio di certificazione dei crediti".
I commenti riguardanti l’obbligo di fatturazione elettronica, dunque, si rivelano ampiamente positivi, andando a migliorare i servizi per i clienti e la gestione dell’amministrazione interna. “Tuttavia”, ricorda Mario Altavilla dell’Area Semplificazione, Servizi Digitali e Legalità di Unioncamere “c’è un fondo di verità quando le imprese si lamentano che si tratta di un nuovo adempimento, perché non hanno avuto scelta, l’adozione è stata obbligata.”
“Tocca” quindi “a noi far capire che dietro l’obbligo c’è l’opportunità”, che, insomma, sebbene in una situazione costrittiva, che non sempre rende agevole la conversione e la digitalizzazione, l’innovazione tecnologica relativa a e-payment e fatturazione elettronica, non può che essere positiva per il paese, le sue PA, i suoi cittadini e le sue imprese.
^ torna in alto Stai leggendo un articolo di > Guide al Risparmio