Evangelici: celebrano messa cantando gospel, si impegnano nel sociale e si autofinanziano
Dal Quaderno settimanale n. 595 - La Chiesa Cristiana 'Fiumi di Grazia' è un grosso parallelepipedo color pesca che sovrasta l'accesso a Benevento da Capodimonte (VAI ALLA FOTOGALLERY). Con le due rampe di scale in facciata, nonostante l'assenza di simboli religiosi di alcun genere e un'insegna al neon, viene subito da pensare che si tratti di un edificio di culto. Oltre a questo, in città sono presenti altri due consessi di evangelisti: la Chiesa delle Assemblee di Dio, che si trova poco più a valle, in Via Ponticelli, e la Chiesa Bethel, nel quartiere Pacevecchia.
L'universo delle chiese evangeliche è molto articolato e comprende al suo interno tutte quelle comunità cristiane che fondano il loro credo esclusivamente sulle Sacre Scritture e mettono al centro del culto la sola Trinità. E' praticamente impossibile venire a capo da soli della pletora di chiese protestanti, luterane o riformate, chiese di origine dissidente o revivaliste, libere chiese e quant'altro orbita in questo mondo di fede.
Quando incontriamo Roberto Sferruzzo, giovane pastore della Chiesa Fiumi di Grazia, la prima cosa che gli chiediamo è proprio quali siano differenze e quali i punti di unione tra le tre confessioni presenti a Benevento. “Abbiamo una comunicazione pastorale tra le tre chiese – spiega - e una comunione di intenti che è essenziale, un po' come può essere tra una parrocchia e l'altra. Ci sono poi delle sfumature che non sono di tipo dottrinale ma di altro genere. Ad esempio, la nostra chiesa è improntata ad avere un atteggiamento più vivo nella lode e nell'adorazione. Facciamo musica gospel e interventi che vanno a interessare un pubblico mediamente più giovanile. Viviamo la fede in modo carico e passionale, mentre ci sono chiese che si avvicinano a Dio in maniera più schematica e meditativa, diciamo un po' meno calda. Si tratta di realtà che non si contrappongono, però, caso mai si completano”.
“E' possibile poi differenziare due dimensioni – aggiunge il parroco –, una prima, fatta di chiese strutturate e organizzate, che hanno un accordo con lo Stato Italiano, e un'altra
composta invece da chiese per le quali il concordato è in via di definizione. Noi apparteniamo a questa seconda categoria, siamo una realtà cosiddetta libera. Abbiamo totale autonomia sul territorio ma, per esigenze di tutela, anche legale, a livello nazionale ci rapportiamo alla Chiesa Evangelica della Riconciliazione”.
La fede del pastore Sferruzzo è stata dono familiare. La Chiesa Fiumi di Grazia vede, infatti, suo padre, Cosimo Sferruzzo, tra i fondatori. Dal sito internet del movimento religioso apprendiamo che, nei primi Anni '70, Sferruzzo padre, insieme con alcuni confedeli, fonda una missione e dà il via alle attività di evangelizzazione, fornendo assistenza alle fasce sociali più disagiate, con particolare attenzione ai tossicodipendenti. In mancanza di una vera sede, le attività di quei primi tempi hanno carattere itinerante in città, dove gli evangelici si spostano con una tenda.
"Oggi ci ritroviamo con tanti ex tossicodipendenti che sono parte integrante della comunità – commenta Roberto Sferruzzo - e sono stati recuperati grazie a Dio". Poi comincia la trafila burocratica per la realizzazione della sede, iter iniziato a fine Anni '80 e terminato nel 2001, quando la comunità prende finalmente possesso della nuova struttura, anche se tuttora rimane in piedi una coda di contenziosi tra la comunità evangelica, il Comune di Benevento e alcuni confinanti con l'edificio.
Il pastore ci tiene a precisare che tutte le attività della chiesa, compresa la costruzione della stessa, si finanziano esclusivamente tramite le offerte raccolte tra i fedeli. “C'è un bacino di cura pastorale di circa 300-400 persone – questi i conti di Sferruzzo -, che a vario grado sono integrati nella comunità, mentre contiamo circa 200 fedeli, che fanno parte attivamente della chiesa”. E dalle risorse di questo piccolo drappello sembra arrivino energie sufficienti ad attivare non solo le varie opere pastorali della chiesa ma anche un banco alimentare, in convenzione con il Banco delle Opere di Carità della Campania, per la distribuzione di derrate a circa 170 famiglie beneventane disagiate. La fede può molto.
Luigi Mastromarino