Eolico. Il Consiglio Regionale approva la "mozione Viglione" ma i dubbi permangono
Il Consiglio Regionale della Campania ha approvato la mozione proposta da Vincenzo Viglione (M5s) ma da qui a parlare di moratoria la strada è ancora lunga.
Non era affatto scontata l’approvazione, all’unanimità, quest’oggi (ieri pomeriggio, ndr) in seno al Consiglio Regionale, della mozione proposta da Vincenzo Viglione, consigliere regionale del Movimento 5stelle. La mozione approvata prevede, la “richiesta di sospensione delle procedure di autorizzazione degli impianti eolici nelle province di Avellino e Benevento”.
Ma non solo, perché impegna inoltre “la Giunta regionale ad attivarsi per la redazione e l’approvazione di un Piano energetico regionale e, nelle more, a procedere alla sospensione delle procedure in corso di autorizzazione degli impianti ad energia rinnovabile da fonte eolica; ad impegnarsi con i cittadini e con i comitati civici per porre in essere tutte le iniziative utili, per quanto di competenza, per ottenere la dichiarazione di notevole interesse pubblico per il paesaggio rurale dell’Alta Irpinia e dell’Alto Sannio ai sensi del D.lgs. 22 gennaio 2004 n. 42 (Codice dei beni culturali e del paesaggio); a vigilare sulla corresponsione delle royalties da parte delle aziende produttrici ai Comuni a titolo di ‘risarcimento ambientale’ per l’installazione dei campi eolici; a regolare il sistema di certificazione di produzione da fonti rinnovabili (certificato verde) riguardante i territori delle province di Avellino e Benevento e conseguente sospensione del rilascio di tali certificati fino al completamento di tale regolamentazione; a garantire vantaggi e ristori alle comunità locali che favoriscano cultura, turismo, lavoro locale, insediamento di attività produttive non arrecando danni all’ambiente; a valutare l’opportunità di avviare una riflessione all’interno del Consiglio regionale che porti alla richiesta di modifica del D.lgs. n. 387/2003 in materia di attuazione della Direttiva 2001/77/CE relativa alla promozione dell’energia elettrica prodotta da fonti energetiche rinnovabili nel mercato interno dell’elettricità”.
Insomma non c’è proprio da esultare, anche perché non c’è traccia di nessun blocco riguardante i vecchi impianti e le vecchie concessioni, sono 34 nel Sannio le autorizzazioni non istallate pari a 657mw e 295 aerogeneratori che nel momento in cui non verranno bloccati tra cavidotti, elettrodotti, centrali di smistamento, cemento, il territorio sarebbe già in pratica distrutto.
A smorzare i toni trionfalistici c’è anche Pino Fappiano del Fronte Sannita per la Difesa della Montagna. “Mi pare abbastanza surreale che la minoranza consiliare che fa capo a Caldoro possa votare a favore di una mozione che sbugiarderebbe l'operato quinquennale sull'eolico della sua amministrazione – dice Fappiano – che ha autorizzato di tutto e di più anche in aree protette dalla Comunità Europea della
Rete Natura 2000, aree ZPS-SIC, habitat prioritari. Ha autorizzato impianti eolici su pascoli permanenti gravati da ‘usi ivici’, in prossimità di aree contermini protetti dalla Legge 42/2004 ed ai confini con Molise e Puglia senza che queste regioni fossero, non dico coinvolte, ma informate di ciò che stava accadendo ai loro confini regionali. Ha autorizzato in prossimità di aree archeologiche, sul Regio Trattuto ‘Pescasseroli Candela’. Sono stati bruciati migliaia di ettari di territorio montano agricolo trasformandolo in aree industriali”.
Il punto fermo sulla mozione che appare più come un punto di arrivo che di partenza rimane, ma permangono anche numerose domande. La prima riguarda la territorialità del provvedimento perché parla espressamente di Alto Sannio e dell'Alta Irpinia, ma cosa sarà di tutto il territorio regionale? Quando avverrà la stesura del Piano Energetico Ambientale Regionale (Pear) comitati ed associazioni saranno chiamati a dare il loro contributo sul tema? Ma soprattutto quando avverrà la stesura del Pear? In realtà cosa si blocca? Saranno tutelate le Zone Zps ed i luoghi interesse archeologico? Senza parlare poi dei famosi “certificati verdi”.
A tal proposito Fappiano dice che “sulla regolamentazione e controllo dei ‘certificati verdi’ la Regione Campania non ha alcun potere. È il Gestore dei Servizi Energetici S.p.A., società controllata dal Ministero dell'Economia e delle Finanze, che regola ed eroga i certificati verdi alle società produttrici di energia elettrica da fonte rinnovabile”.
E si chiede inoltre il Fronte Sannita per la Difesa della Montagna perché non ci sia stata convergenza sulla “mozione Iannace”, che viene definita, “molto più sintetica, precisa e decisa: «Nell’attesa delle more di approvazione del Piano Energetico Ambientale della Regione Campania, si propone la sospensione delle procedure di attuazione degli impianti a energia rinnovabile da fonte eolica, compreso il mini eolico, definito così perché di potenza minore di 1MW». Con l'approvazione della “mozione Iannace” - continua il Fronte – si sarebbero sospesi gli iter valutativi VIA-VAS-VI e congelate le autorizzazioni degli impianti eolici già concessi. Obbiettivo che noi comitati stiamo inseguendo da anni nell'indifferenza della politica. Pertanto a fronte di questa nuova situazione siamo obbligati a continuare nella nostra battaglia legale contro la Regione Campania a forza di diffide e denunce penali. Fermo restando che la mozione M5S ha avuto il merito di portare all'attenzione collettiva un problema enorme ma considerato quasi di “nicchia” resta la delusione che ancora una volta la politica è e resta funzionale a se stessa e risponde agli interessi delle lobby dell'energia rinnovabile ed ai grandi potentati economici”.