DIA, Operazione Doma. Arrestate 44 persone e sequestrati beni per 20 milioni di euro
Importante operazione della DIA di NApoli che ha consentito di arrestare ben 44 persone affiliate al clan dei Casalesi.
All'alba di oggi nelle province di Caserta, Napoli, Perugia e Salerno, il personale del Centro Operativo della DIA di Napoli ha eseguito, con la collaborazione operativa di varie articolazioni DIA e dell'Arma dei Carabinieri sul territorio nazionale, 44 ordinanze impositive di misure cautelari personali. Ad emetterle il G.I.P. del Tribunale di Napoli su richiesta della Direzione Distrettuale Antimafia di Napoli, nei confronti di 44 persone, fra cui numerosi commercianti, imprenditori e titolari di esercizi ricettivi, ritenute essere appartenenti al Clan dei Casalesi, e, in particolare, all'agguerrita fazione facente capo alla famiglia Russo.
I destinatari dei provvedimenti sono ritenuti, a vario titolo, responsabili del delitto di associazione per delinquere di tipo mafioso, nonché dei delitti di trasferimento fraudolento di valori, estorsione, illecita concorrenza cori minaccia o violenza e riciclaggio.
Il gruppo Schiavone - Russo rappresenta, da sempre, il nucleo centrale della potente organizzazione criminale casertana, essendo i suoi affiliati alle dirette dipendenze di Francesco Schiavone, detto Sandokan, e Giuseppe Russo, detto 'o padrino, entrambi detenuti, da anni, al regime del 41-bis.
A causa dei recenti ed importanti successi ottenuti contro l'agguerrito cartello criminale casertano, si è determinato, all'interno dello stesso, un radicale riassetto, strategico e militare, che ha condotto la famiglia Russo ad assumere un rilievo decisivo nell'articolazione centrale del clan, tanto da poter ritenere Corrado Russo, l'unico fratello libero unitamente al fratello Raffaele Nicola, anch'egli colpito dal provvedimento odierno, l'attuale reggente della fazione Schiavone, come del resto riferito molto recentemente dal collaboratore di giustizia Nicola Panaro, a sua volta in passato reggente del clan Schiavane unitamente a Nicola San Anone, figlio di Francesco. L'odierna operazione assume, quindi, notevole importanza, alla luce del fatto che blocca eventuali tentativi di riorganizzare il clan casalese.
L'attività d'indagine, condotta negli ultimi quattro anni dal Centro Operativo della di Napoli, con il coordinamento della Direzione Distrettuale Antimafia di Napoli, ha consentito di svelare, mediante l'espletamento di numerose e capillari intercettazioni, che hanno riscontrato le dichiarazioni di vari collaboratori di giustizia, come la famiglia Russo si sia imposta quale gruppo mafioso maggiormente attivo non solo nella classica gestione delle estorsioni ad imprenditori ed a commercianti, ma soprattutto nella gestione, sia direttamente che attraverso imprenditori consapevoli e compiacenti, in diversi casi stabili alleati dell'associazione di tipo mafioso, di molte delle principali attività economiche svolte sul territorio controllato.
Il clan Russo in particolare si è imposto negli ultimi anni come entità economica operante sul mercato legale, avvalendosi, tuttavia, della capacità di intimidazione derivante dal vincolo associativo. cosi acquisendo posizioni dominanti in settori economici come il fiorente mercato del noleggio e della gestione delle apparecchiature elettroniche da intrattenimento (slot-rnachine e videopoker), di cui è noto il forte impatto sulle fasce più disagiate della popolazione locale.
Inoltre, le indagini hanno confermato l'allarmante fenomeno per il quale, subito dopo l'inizio dell'amministrazione giudiziaria di società già controllate dal clan dei Casalesi. Nello specifico si tratta delle imprese riferibili ai fratelli Grasso, dominanti nel settore dei videogiochi da bar fino al 2009, grazie all'alleanza con il clan dei Casalesi - Il contingente di apparecchi da gioco collocati presso pubblici esercizi si è ridotto di 425 unità in circa due anni e mezzo, pari ai due terzi dell'originario stock amministrato dai Grasso prima dell'ordinanza cautelare.
Nel medesimo periodo di tempo il clan Schiavone-Russo è riuscito ad installare il doppio degli apparecchi prima gestiti dalla consorteria casalese tramite i Grasso. Inoltre, le indagini delegate alla DIA evidenziavano in modo inequivocabile le responsabilità penali a carico dei componenti del sodalizio, la particolare capacità di delinquere degli stessi e la loro efferatezza nel porre in essere condotte estorsive, anche ricorrendo all'utilizzo di armi al fine di dissuadere le vittime.
In relazione alla preminente attività imprenditoriale gestita dalla famiglia Russo, si può affermare che quest'ultima aveva di fatto egemonizzato la gestione del settore dei giochi da intrattenimento presso gli esercizi commerciali (bar) nella provincia di Caserta, estendendo i propri interessi anche nella provincia di Napoli, grazie anche ad alleanze strategiche con imprenditori della zona tra cui i Discepolo di Portici ed i Gallo di Napoli, capaci di generare notevoli fatturati per l'effetto dell'influenza criminale dei loro soci occulti. Tale settore veniva gestito attraverso una rete di prestanome incensurati, i quali assumevano la titolarità di cariche e di quote sociali di società, di fatto riconducibili alla famiglia casalese oggetto d'indagine. Tali società risultano tuttora attive o, comunque, hanno acquisito le aziende delle imprese cessate.
La famiglia Russo si rivelava, infine, attiva anche in altre attività economiche tra cui la distribuzione del caffè; la gestione di sale Bingo; attività di ristorazione presso centri commerciali; - investimenti e gestione in cavalli da corsa; tipografie.
Contestualmente, è stato eseguito un decreto di sequestro preventivo, sul conto di 5 società attive nel settore della distribuzione dei giochi elettronici da intrattenimento, il cui valore complessivo è da stimarsi intorno ai 10.000.000 di euro. Sono state sottoposte a sequestro, tra le altre cose, 3.200 slot machine distribuite in centinaia di esercizi commerciali, 30 immobili siti in Marano di Napoli ed 1 a Camigliano e riferibili a taluni degli imprenditori coinvolti negli illeciti affari accertati, nonché altri ingenti valori. Il giro vorticoso di denaro prodotto dalle macchine di intrattenimento elettroniche, che tanto attirano soprattutto i più giovani, è di svariati milioni di euro all'anno.
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