De Lorenzo: 'Una vicenda umana che meriterebbe maggiore attenzione'
Il responsabile del reparto psichiatrico del Rummo, Giuseppe De Lorenzo, ripercorre la vicenda di un uomo di Benevento, scomparso la scorsa settimana, che viveva in un condizioni indigenti. L’uomo – detto Vincenzo ‘Beehetoven’ per il suo amore nei confronti del grande compositore - è stato ricoverato presso il reparto di cui De Lorenzo è responsabile, mentre la sua casa al Rione Libertà, in condizioni di degrado, sarebbe stata occupata da abusivi. La vicenda è stata riportata dal quotidiano ‘il Mattino’. La toccante lettera del dottore, è un invito a riflettere sul destino di queste persone, abbandonate a se stesse, ma capaci, fino alla fine, di prove di grande dignità.
“Il Mattino – scrive il medico -, nell'edizione odierna, ancora una volta, ha evidenziato il problema del dramma casa nella nostra città a seguito della triste vicenda verificatasi, giorni fa, al Rione Libertà ove, a seguito della morte di un inquilino dello Iacp a poche ore di distanza dal decesso, l'alloggio, anche se in condizioni di degrado, da subito, è stato occupato da abusivi”.
“Nello specifico – continua De Lorenzo -, non è mia intenzione, in questa sede, riproporre un tema ormai ampiamente escusso, ma soffermarmi, volutamente, sulla vicenda umana di chi, in precedenza, occupava l'immobile”.
“Vincenzo "Beethoven", così come il quotidiano in questione lo ha descritto, per anni, nella nostra città, a modo suo, è stato un personaggio conosciuto dai più. Molti, infatti, avranno memoria della sua barba lunga e dei suoi capelli incolti, un artista, in sostanza, che vagava per le strade cittadine allietando i passanti con le sue note”.
“Quella sera della settimana
scorsa – continua la nota - sono stati proprio i suoi vicini di casa ad allertare il 118”. L’uomo sarebbe stato trovato ancora cosciente circondato da cumuli di rifiuti. Trasportato all’ospedale, ne sarebbe poi stato ordinato il ricovero coatto nel reparto di psichiatria".
“Vincenzo "Beethoven" – prosegue De Lorenzo -, ormai rifiuto di quella stessa società da lui contestata per una vita, non può essere considerato un malato come tanti. Il destino, però, malgrado lo abbia portato a trascorrere gli ultimi minuti di vita tra psicotici e schizofrenici, gli è stato, comunque, benevolo.
Nel reparto di psichiatria ha trovato degli infermieri premurosi che lo hanno pulito ed un medico umano, il Dr. Paolo Cavalli, che, per una notte, ha lottato per strapparlo alla morte. Alle cinque del mattino è squillato il telefono di casa mia. Il Dr. Cavalli, con voce provata, mi comunicava che lo sventurato era morto”.
“Vincenzo "Beethoven", forse, negli ultimi istanti di vita, ha trovato, malgrado tra le mura di un reparto psichiatrico, ove, per errore, era stato scaricato, il calore umano. Sicuramente, nel momento del distacco terreno, sarà stato accompagnato nell'ultimo viaggio dalle note della nona di Beethoven che, per una vita intera, aveva adorato”.
“Sulla mia scrivania – continua De Lorenzo -, nell'attesa che gli organi preposti provvedano al ritiro, è rimasto il suo cellulare ed un libretto di risparmi di 6.400 euro, somma accumulata con l'elemosina dei suoi concittadini”.
“La storia di Vincenzo"Beethoven" – conclude il medico -, non invita a riflettere solo sul dramma casa, ma sulla maggiore attenzione che a questi personaggi deve essere riservata”.