Sciopero della fame. No eolico 23/08/2016   13:5 14526

Da cinque giorni a digiuno in montagna per dire no all'Eolico selvaggio. FOTO


5 giorni di sciopero della fame, appoliati tra i crinali del versante sannita del Matese per protestare contro la speculazione e l'eolico selvaggio. Fappiano e Pengue stanno per scendere, hanno problemi di salute, ma non si fermeranno. 

«È la terra tua amala e difendila!», cantavano per la prima volta i Sud Sound System alcuni anni fa. Ecco, in soldoni lo scopo ultimo dell’azione messa in piedi dal Fronte Sannita per la Difesa della Montagna: "amare e difendere la propria terra e farlo a tutti i costi, anche attraverso lo sciopero della fame". L'estrema forma di protesta, è portata avanti per 5 giorni da Pinuccio Fappiano e Raffaele Pengue in località “Tre Cantoni” a Morcone, dove è prevista l'installazione di decine di pale eoliche ed altre richieste di autorizzazione continuano ad arrivare. I due “scioperanti” stanno per scendere, problemi di salute e febbre, ma l’azione è servita. Anzi rincara Fappiano, “non ci fermiamo qua, continueremo”.

La lotta di Fappiano e Pengue è tesa alla difesa di un territorio, di un ecosistema, di tradizioni, e non solo. Perché, come hanno ricordato più volte, le pendici meridionali del Matese sono una zona protetta, un’area detta Sic ovvero: “sito interesse comunitario” creata dall'Unione europea per “la protezione e la conservazione degli habitat e delle specie, animali e vegetali, identificati come prioritari dagli Stati membri dell’UE”. Una contraddizione in essere, così come tante in Italia. 




Non sono frasi dette al vento, come quello che sferza in queste ore le alture sannite, ma scolpite in una direttiva europea, la 79/409/CEE nella quale si chiedeva di “proporre delle ZPS ossia dei territori idonei per numero, estensione e/o localizzazione geografica alla conservazione delle specie di uccelli minacciate, vulnerabili o rare”.

Il progetto "Important Bird Areas" (IBA) di BirdLife International serve infatti come riferimento per istituire le ZPS. Le zone scelte sono dei luoghi di riproduzione, di alimentazione o di migrazione e sono quindi considerate particolarmente importanti per la conservazione degli uccelli. La designazione delle ZPS è relativamente semplice e si fa a livello nazionale senza dialogo con la Commissione europea visto che le ZPS derivano direttamente dalle IBA. Per trovare conferma su tutto ciò, basta andare sul sito del GAL Titerno e trovare la lista dei luoghi S.I.C della dorsale Appeninico Beneventana: Alta Valle del Fiume Tammaro, Bosco di Castelfranco in Miscano, Bosco di Castelvetere in Valfortore, Pendici meridionali del Monte Mutria, Sorgenti e Alta Valle del Fiume Fortore, Bosco di Castelpagano e Torrente Tommarecchia.



Non basta, perché le zone del Titerno e del Tammaro sono aree ricche di terreni destinati agli usi civici pascolativi, a numerosi vincoli paesaggistico ambientali ed attraversate dal Regio Tratturo, un patrimonio storico paesaggistico che per 3mila anni ha accompagnato le popolazioni durante la transumanza. Oggi per quest’autostrada montana percorsa da pastori, greggi e bovini è stato avviato dalla Soprintendenza Archeologica della Campania un procedimento per la “Dichiarazione di interesse di particolare importanza di Bene Archeologico”.

Quella di Raffaele e del “lupo” – così viene chiamato Pinuccio da queste parti per il suo ringhiare solitario ormai da anni –  è una battaglia di libertà, nata dal basso, in difesa di chi non ha voce. Anche la scelta del posto non è lasciata al caso. “Ho scelto i Tre Cantoni – spiega Fappiano – perché lo considero un monumento del patrimonio geologico e naturalistico del Matese”.

Domenica 21 agosto, sono stati tanti coloro che sono saliti fin lassù ed hanno continuato a farlo nei giorni seguenti, compreso un medico che controlla le loro condizioni di salute; raggiungono Pinuccio per camminare, semplicemente, su quella che in un futuro prossimo potremmo definire una "fabbrica a cielo aperto di energia “verde” che di sostenibile però tra elettrodotti, strade, fondazioni: tonnellate di cemento e ferro, ha ben poco".

“Purtroppo la società moderna c’ha imposto di compiere queste azioni, anche se sono contrario perché lo sciopero della fame lo trovo un’offesa a chi veramente muore senza cibo. Abbiamo dovuto farlo, altrimenti qui – tuona Fappiano – si muore nel silenzio assoluto. Siamo stati costretti – continua – gli incontri, gli articoli sono inutili, comprese le decine e decine di ricorsi che abbiamo fatto. Questi posti vengono scelti con una cartina, nessuno conosce realmente cosa significhino per noi le montagne: ci danno l’acqua, tutelano la biodiversità. Ogni territorio ha una sua funzione. Non sanno di che cosa stanno parlando e cosa ci stanno togliendo. L’eolico – aggiunge Fappiano – è una mera speculazione. In Italia ci sono 10mila pale che producono il 2%, niente. Ho scritto ed ora aspetto di essere convocato dal presidente De Luca insieme a Comitati e ad associazioni". 




Un incontro quello che Fappiano ha domandato a Vincenzo De Luca governatore della Regione Campania per chiedere “l'annullamento in autotutela di tutte le autorizzazioni concesse, a nostro avviso fuori dalla legge, per una loro rivalutazione dopo aver approvato il PEAR ed individuato i siti non idonei”. Già l’11 marzo scorso in Commissione Bilancio della Regione Campania era stato approvato l’emendamento proposto dal consigliere regionale Carlo Iannace, inserito nella prossima finanziaria regionale che blocca per 180 giorni le nuove autorizzazioni sugli impianti eolici. 



A mostrargli solidarietà tantissime persone, anche il web attraverso l'hashtag #iostoconPinuccio ha dato il suo apporto. Tra i tanti, anche il il consigliere Carlo Iannace. "Sostegno e solidarietà a Giuseppe Fappiano, portavoce del Fronte Sannita per la Difesa della Montagna - scrive - che ha dato inizio allo sciopero della fame per fermare il progetto di trasformare l'Appennino campano in una centrale di produzione di energia elettrica. All'amico Pino sento di esprimere la mia vicinanza e solidarietà per la battaglia che sta portando avanti. Grazie a persone come Pino, che si impegnano in modo spassionato e disinteressato, le questioni ambientali sono diventate argomento di discussione e sono state poste all'attenzione della popolazione, nel silenzio degli Enti che non hanno mai pronunciato una parola contro la devastazione del proprio territorio. La moratoria sull'eolico approvata dal Consiglio regionale è frutto anche dell'impegno di uomini coraggiosi come l'amico Fappiano, che ci hanno incoraggiato e sostenuto".

Michele Palmieri

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