05/10/2018   16:29 4225

Cmr, la Nursing Up: "Si vogliono far pagare debiti ai lavoratori?"


Il sindacato: “fiduciosi nel lavoro dei giudici”.

“Ancora una volta, ma ormai da anni succede, il Centro medico Erre di Sant’Agata de’ Goti è Si vogliono da una grave crisi finanziaria/economica/gestionale”. Così il direttivo provinciale della Nursing Up è intervenuto sulla vicenda dei lavoratori Cmr in lotta ormai da tempo per difendere il proprio posto di lavoro. 

“Nonostante l’interesse manifestato da NEUROMED all’acquisto/gestione dell’azienda - spiegano -  attraverso un ‘concordato preventivo’ in mano ai giudici fallimentari che stanno valutando la proposta; nonostante ormai da mesi la gestione è formalmente in mano a Neuromed; nonostante vi siano già stati cambiamenti essenziali nell’organizzazione del lavoro. Le relazioni sindacali non sono quelle auspicate; ai lavoratori non viene corrisposto il salario; viene annunciato l’applicazione di un nuovo modello contrattuale molto penalizzante per i lavoratori rispetto a quello attualmente applicato; si prospetta il licenziamento di circa 50 unità”.

Aggiungono: “E’ lecito chiedere a che gioco giochiamo? Si vogliono forse pagare i 34 milioni di euro di debiti con il denaro dei lavoratori? Noi crediamo che a fronte di una riorganizzazione strutturale, ragionata e condivisa, dell’azienda vada, in primis, tutelato il posto di lavoro per tutti i dipendenti che da anni, con abnegazione e tanti sacrifici, hanno fatto si che l’azienda continuasse a mantenere i livelli assistenziali”.

La Nursing Up precisa: “Questa organizzazione sindacale, sempre vigile, attenta e presente ai bisogni dei lavoratori, non sarà mai consenziente ad un passaggio di proprietà a queste condizioni ed auspica, atteso che è ancora possibile, che Neuromend riveda la proposta formulata sia per quanto attiene il personale ma anche negli investimenti che intende fare per azzerare il debito verso terzi e con i lavoratori. Siamo fiduciosi nel lavoro dei giudici fallimentari, sappiamo che il percorso ha i suoi tempi, ma dobbiamo essere, tutti, consapevoli che vi sono tante famiglie che aspettano con trepidazione una soluzione positiva”.

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