Cives. Accrescere il capitale psicologico fatto di ottimismo, speranza e resilienza
“Scegliere la felicità. Percorsi per la felicità pubblica e personale”. Con questa tematica, che farà da filo conduttore di tutto il percorso costituito da dodici lezioni, è partita ieri mercoledì 19 novembre, nella sede del Centro di Cultura “Raffaele Calabria, ”l’ottava edizione di CIVES – Laboratorio di formazione al bene comune.
Il titolo del primo incontro è stato “Le relazioni fanno la felicità?”. Nell’introdurre i lavori Ettore Rossi, Direttore dell’Ufficio Problemi Sociali e Lavoro della Diocesi di Benevento, ha spiegato che “la felicità ha molte facce. Noi nel costruire il percorso CIVES di questa edizione ci siamo fatti guidare dal pensiero che non si può essere felici da soli, ma necessariamente lo si è con gli altri. Se una persona che vive nel mio stesso condomino è in difficoltà, quella sua condizione è una ferita anche alla mia felicità. Ecco perché dobbiamo sentire la responsabilità di attivarci perché, sul piano comunitario, si realizzi una vita migliore e piena per tutti. Anche perché la vita sociale è fondata sulle relazioni, che per essere positive richiedono una cura umana e sociale costante”.
La risposta alla domanda posta al centro della lezione è stata affidata a Daniele Bisagni, psicologo e formatore, che subito risponde dicendo che è assolutamente possibile che l’incontro con l’altro può renderci felici. Ma prima di tutto è necessario passare da quella che viene considerata vittimologia clinica – che prevede esclusivamente l’assenza o la presenza della felicità – ad una
psicologia positiva che si occupa della felicità come benessere.
“Dunque la felicità va costruita – ha continuato Bisagni – attraverso il numero e l’intensità di emozioni positive che la persona sperimenta, al punto di sentirsi assorbiti fino a perdere il senso del tempo”. L’ indicazione è quella di ricercare la vita buona che dà senso all’esistenza, progettando la felicità, poiché essa è anche un diritto sancito dall’articolo 3 della nostra Costituzione.
L’essere felici può avere inoltre una componente genetica, ma non è solo ed esclusivamente un fattore ereditario; infatti richiede uno sforzo a guardare le relazioni con uno slancio positivo.
“La reciprocità delle nostre relazioni porta al bene comune – ha sottolineato Bisagni – ma in esse va instillato del sano ottimismo, che renderà migliore anche la vita nelle nostre comunità. In questo senso, dobbiamo assumerci il compito di essere promotori di felicità nella vita sociale”. Il relatore ha sottolineato come il capitale psicologico di una comunità è fatto di ottimismo, speranza e resilienza. Utilizzando queste risorse si può contagiare chi si ha vicino.
In occasione del primo incontro è stato anche avviato l’esperimento “CIVES 2.0”. Per rendere “social” il percorso e per interagire in modo live con il pubblico e non solo, durante ogni lezione vengono riportate le frasi salienti ed i punti più interessanti espressi dal relatore. Essi possono essere rintracciati all’interno del contatto facebook Cives Benevento, seguiti dall’hashtag #CIVES2015.