Ci sono molti modi per raccontare il derby Benevento-Avellino
NOSTRO SERVIZIO - Ci sono molti modi per raccontare il derby. Benevento-Avellino ritorna, e lo fa dopo sei anni di assenza dove le due compagini hanno avuto destini diversi: dopo il fallimento del 2005, il Benevento è stato acquistato dai fratelli Vigorito. Dopo tre anni di serie C2 ecco la promozione targata Simonelli (attuale allenatore dei sanniti) e i tre tentativi playoff per una promozione in serie B che resta ancora un sogno. L'Avellino invece ha riconquistato la B proprio in quel campionato, nel 2005, battendo ai playoff il Napoli di Reja: poi la retrocessione, l'immediato ripescaggio, ancora una retrocessione e il fallimento in serie D. Con la nuova società nessuna promozione, ma altri due ripescaggi consecutivi che hanno riportato l'Avellino in terza serie nello stesso girone del Benevento. Quest'anno gli irpini sono avanti in classifica sui cugini di cinque punti: il malcontento dei tifosi però, è forte a Benevento quanto ad Avellino, e quella di domenica al "Vigorito" si prospetta una gara intensa e i tifosi non pensano ad altro.
IL DERBY NELLO STRETTO DI BARBA
Ci sono molti modi per raccontare il derby, dicevamo, specie se a parlare sono i tifosi di "confine", quelli che vivono le piccole realtà dei comuni a cavallo tra le due province: Montefusco, Chianche, Ceppaloni, S.Nazzaro, Calvi, Pietradefusi, Venticano. Sono tanti i "fronti" aperti dove le tifoserie convivono e si dividono calcisticamente parlando. Noi, stamane, abbiamo scelto di vivere la vigilia del derby nei comuni a ridosso dello Stretto di Barba, un tempo temuto covo di briganti, oggi spartiacque naturale tra le due province. Dopo aver percorso la vecchia viabilità per Avellino superando ciclisti in gruppo, ci lasciamo alle spalle Bagnara e ci troviamo in Irpinia. Chianche è la nostra meta. Poche persone in giro, fino a quando non troviamo degli operai che hanno appena terminato il loro turno mattutino. Uno di questi ha la tuta del Benevento: "Abito a Motta Valle - ci spiega - e lavoro spesso da queste parti. I tifosi del Benevento qui sono la maggioranza. Guarda laggiù...". L'uomo mi indica l'orizzonte dove si vede la sagoma verde del Palatedeschi e l'inconfondibile stadio "Vigorito". Si dice che in queste zone esistano due club, uno biancoverde ed uno giallorosso: "Ma nulla di ufficiale - spiega - solo chiacchiere da bar. Ho già fatto il biglietto per domenica, speriamo di vincere o è meglio che mandano via tutti!". Proseguiamo il nostro giro in cerca di tifosi e ci spositamo a Chianchetelle dove risponde alle nostre domande un ragazzo che sosta davanti un'edicola-tabacchi sulla strada: "Tifo Benevento - ci svela - anche se la maggior parte qui tifa Avellino. La vecchia generazione ha vissuto gli anni della squadra in serie A, come mio padre, che ha sempre tifato per i Lupi. Io ho tanti amici a Benevento e tifo giallorosso". A rincarare la dose è un passante che ascolta i nostri discorsi: "L'Avellino è sempre stato più forte. Ora i beneventani hanno alzato la testa ma non c'è mai stata storia. Con questa novità delle tessere del tifoso per noi è diventato un problema andare a vedere la partita a Benevento: la seguiremo da qui e domenica prenderemo in giro i beneventani perchè perdono di sicuro!".
DERBY DI STORIA, ANEDDOTI E SFOTTO'
Due storie parallele con sfaccettature ed esiti diversi: l'Avellino, i "Lupi biancoverdi", con un glorioso passato in serie A negli anni Ottanta, vanto delle vecchie e nuove generazioni avellinesi che beffeggiano i cugini sanniti per non aver visto mai le due categorie maggiori del campionato italiano. Dall'altra parte il Benevento, una vita in terza serie, ma tanti derby vinti all'attivo a cominciare dal primo storico incontro targato 1946-47 in un infuocato stadio "Meomartini" (3-0 per i sanniti con gol di Paone, Gerbi e Ascione) fino ad arrivare all'ultimo colpaccio del "Partenio" nel 2005 (1-2 con i gol di Colletto e Imbriani per
la Strega, e di Evacuo per gli irpini). La sfilza di ex che hanno cambiato le maglie giallorosse e biancoverdi, non senza lasciare l'amaro in bocca ed un pò di rancore nei confronti delle rispettive tifoserie: come dimenticare, nella storia recente, il passaggio di Gigi Molino dall'Avellino al Benevento? "Il "Drago", simbolo irpino - annuncia profetico un tifoso appena rientriamo in città - che fu strappato ai cugini dal Pino Spatola assieme ad Alessandro Pellicori. Ma i tifosi beneventani non dimenticheranno mai Leo Criaco, scappato in piena notte dal ritiro precampionato dei giallorossi per motivi personali fino poi a scoprire che, il giorno dopo, si era accasato all'Avellino: nei due confronti Criaco non fu convocato anche se non era colpito da squalifice ed infortuni...". Il tema interessa non poco e, nel giro di pochi minuti, si fa un capannello di persone che racconta aneddoti e curiosità. Spunta fuori che nella lista degli ex ci sono anche i presidenti e i direttori sportivi: Ciro e Oreste Vigorito in primis, ma anche Massimo Pugliese, Nicola Dioniso, Gino Loschiavo, Alessandro Maglione e gli allenatori Galderisi, Benedetti, Di Somma. Poi tanti altri nomi: Evacuo, Diè, Palermo, Riccio, Colletto, Cerchia, De Angelis e lo stesso Cipriani tanto per fare dei nomi recenti. "Ma esistono anche casi di calciatori che non se la sono sentita di "tradire" la maglia - ci spiega uno dei tanti tifosi - prendiamo ad esempio Raffaele Biancolino, "il pitone", così battezzato dai supporters avellinesi, che rifiutò il trasferimento al Benevento per non tradire il suo passato irpino. Così come Gianpiero Clemente, questa estate corteggiato lungamente dall'Avellino: ha preferito scendere di categoria e giocare a Perugia pur di non vestire i colori biancoverdi e, magari, trovarsi a giocare a Benevento con la maglia dell'Avellino". Aneddoti e retroscena si sprecano da entrambe le parti. Sono tanti gli avellinesi che lavorano in città e che aspettano questa sfida per "sfottere" i cugini sanniti a casa loro: naturalmente tutti i beneventani che lavorano in Irpinia sperano in una vittoria del Benevento per collezionare l'ennesimo derby vinto, lo stadio di via Santa Colomba è inviolato dagli irpini da più di un decennio: "Ma ci sono anche pareggi bellissimi - ci racconta Francesco, 32 anni e diversi derby vissuti in "trance" - mi ricordo un 1-1 in notturna di qualche anno fa con l'Avellino che pareggiò allo scadere, ma ricordo anche un altro 1-1 con l'Avellino in vantaggio tutta la gara ed un pareggio rocambolesco del Benevento al 96esimo con un tiraccio di Carlo Luisi che prese tutti i rimbalzi del Mondo: schiena di un compagno, di un difensore, palla sul palo, poi sulla schiena del portiere Polito e poi in fondo al sacco!". Molto più datato e affascinante il ricordo di Mario, 81 anni, che era presente nel primissimo derby del dopoguerra, nel 1947, al "Meomartini": "Il clima era rovente in tutti i sensi - ci ricorda Mario con un sorriso che la dice lunga - la gente era accalcata sulla rete di protezione ed i calciatori dell'Avellino sentivano il nostro "fiato" e non solo quello! A Benevento le loro vittorie sono state pochissime. Hanno sicuramente avuto una tradizione migliore calcisticamente parlando, ma nelle sfide secche qui se la sono vista sempre brutta. Speriamo di vincere anche domenica prossima". La parola passa a Cicco, tifoso dell'Avellino che lavora in città: "Però al Partenio le avete "prese" sistematicamente! - esclama - e l'ultima volta che avete vinto, nel 2005, è stato un fatto storico, perchè non vincevate da almeno 30 anni ad Avellino". Un tifoso del Benevento ascolta e ribatte: "L'ultimo derby non lo avete fatto con noi ma con la Forza e Coraggio e ve la siete vista pure brutta!". Ciccio rilancia: "Invidiosi", il tifoso beneventano non ci sta: "Ripescati! Tre volte in quattro anni e parlate ancora!". Il derby è cominciato.