10/08/2011   15:4 3776

Celebrazione 150° dell’eccidio di Pontelandolfo: Napolitano scrive al sindaco


Non sarà una festa, quella programmata dall’Amministrazione Comunale e dal Comitato Civico per il prossimo 14 agosto. Ma sarà, invece, la commemorazione doverosa di quella strage. La solenne cerimonia, celebrativa del 150° anniversario dell’eccidio del 14 agosto 1861, è occasione fortemente voluta dal Sindaco, Cosimo Testa, e i suoi amministratori e da Renato Rinaldi del Comitato Civico e i suoi più stretti collaboratori, per rendere onore agli antichi padri di Pontelandolfo, che, inermi, perirono sotto i colpi impietosi di 500 grilletti savoiardi e sarà ancora occasione per tributare un riconoscimento senza confini a tutti quei supersiti che, miracolosamente scampati alla furia devastatrice del plotone sabaudo, trovarono la forza di risollevarsi, di rimettersi in piedi e di ricomporre pietra su pietra il paese in lacrime. Il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, invitato alla cerimonia, ha inviato una lettera al Sindaco Testa per il tramite di Carlo Guelfi Consigliere Direttore dell’Ufficio di Segreteria del Capo dello Stato.
“Gentile Sindaco – ha scritto Guelfi per conto di Napolitano – il Presidente della Repubblica la ringrazia, mio tramite, per le notizie che ha voluto inviargli sulle celebrazioni del 150° anniversario dell’Unità d’Italia svoltesi a Pontelandolfo. Mi rincresce al riguardo comunicarle che il Capo dello Stato non potrà essere con voi per la cerimonia in programma il prossimo 14 agosto, ma sarà rappresentato dal Presidente del Comitato dei Garanti Prof. Giuliano Amato. Insieme al vivo apprezzamento per l’attiva partecipazione alle celebrazioni per l’Unità, il Presidente Napolitano invia a lei ed a tutta la cittadinanza i suoi migliori saluti, ai quali aggiungo anche i miei personali”. Una lettera breve, ma di grande forza mediatica per la comunità sannita che pagò un prezzo altissimo per l’unificazione geo-politica dell’Italia. Oltre un migliaio, infatti, furono i civili che trovarono la morte il 14 agosto 1861. Oltre un migliaio furono le vittime immolate all’unità nazionale. Oltre un migliaio furono i martiri arsi vivi privati di una degna sepoltura. Ai bagliori di un’alba che si preannunciava infuocata, ebbe inizio la mattanza. Furono stupri, violenze, uccisioni, vomiti maleodoranti di schiuma e bile, sete di sangue fino alla conquista del trofeo mortale. All’imbrunire di quel giorno vestito con gli abiti scuri della morte, dopo aver scritto la pagina più triste della storia del centro sannita di una neonata Italia, 500 carnefici eccitati fino all’inverosimile, capeggiati dal tenente colonnello vicentino Pier Eleonoro Negri - da quel giorno fatidico soprannominato il boia di Pontelandolfo - stremati da cotanto barbaro accanimento, decisero di porre fine all’interminabile massacro, non prima però di aver cosparso di sale i resti carbonizzati dell’ecatombe a decretare l’eterna desertificazione.
La partecipazione di Giuliano Amato alla commemorazione per il 150° dell’eccidio di Pontelandolfo è un impegno significativo e serio che lo Stato Italiano ha avuto il coraggio di assumersi. Amato, che non lesinerà il suo contributo dialettico di notevole spessore culturale, darà maggiore interesse e una dimensione nazionale allo storico evento. Una pagina nuova, memorabile, che la comunità attende impaziente di vivere fino in fondo.
La storia degli accadimenti che determinarono l’auspicata unità nazionale, a distanza di 150 anni, riapre il grande libro del Risorgimento per scrivere un capitolo aggiuntivo. Cosicché da questo preciso momento nell’ambito delle proposte curriculari didattico - formative delle scuole di ogni ordine e grado dal Sud al Nord del Paese si parlerà e si studierà anche dei fatti d’arme di Pontelandolfo fino ad oggi imperdonabilmente taciuti. Nel tempo a venire al fianco di quei personaggi leggendari, fautori del Risorgimento Italiano, troveranno spazio le piccole grandi storie di Concetta Biondi e dei fratelli Tommaso e Francesco Rinaldi. Tre martiri dell’Italia post-unitaria, simbolo del coraggio, dell’onore, della strenua difesa che fino alla fine tennero fieramente alto il nome di Pontelandolfo e della sua gente.
Il 14 agosto 2011 ha inizio un nuovo cammino lungo le strade del Terzo Millennio per il paese dell’antico Sannio, che si affaccia con grandi speranze sul davanzale della finestra che apre i battenti sul futuro e nella certezza di essere riuscita a cancellare per sempre una grave e dolorosa ingiustizia.

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