Carburante alle stelle in Campania: Ecco perchè paghiamo di più...
Inarrestabili aumenti per la benzina nel fine settimana. Secondo i dati di Quotidiano Energia nella giornata di ieri è stato raggiunto il nuovo record: ben 1,747 in media nazionale ma in Campania (ed in altre regioni centrali) siamo arrivati, in alcuni casi, anche a 1,813 euro al litro per quanto riguarda la verde. Non va meglio con il diesel che in regione ha toccato 1,733 euro al litro. Un gioco al rialzo che sta diventando veramente complicato da sopportare e gestire per gli utenti. Il meccanismo è sempre lo stesso: il primo rincaro è di Eni, subito dopo seguita dalle altre multinazionali (Ip, Tamoil, Total Erg, Shell e Q8). Si arriva così a registrare listini carissimi: "A livello Paese - riporta stamane l'Ansa - il prezzo medio praticato dalla benzina (in modalità servito) va oggi da 1,741 euro/litro degli impianti IP all'1,747 di quelli Q8 (no-logo a 1,668). Per il diesel si passa dall'1,699 euro/litro di Eni all'1,707 di Shell e Tamoil (no-logo a 1,621). Il Gpl è tra gli 0,745 euro/litro di Eni e lo 0,756 di Tamoil (no-logo a 0,725)".
PERCHE' IN CAMPANIA SI PAGA DI PIU'?
Mentre a Benevento e nel Sannio il sistema trasporti è nel caos più totale ed in città si comincia a discutere concretamente di piste ciclabili e bike-sharing, le ultime decisioni governative sommate alle politiche regionali non incentivano di certo l'uso dell'automobile.
Certamente la manovra Monti ha costretto i cittadini campani a fare i conti con aumenti che interessano il bollo auto, il carburante o l'rca, ma c'è anche da dire che in Campania l'aumento è doppio rispetto ad altre regioni: i motivi di questi pesanti rincari sono dovuti anche ad alcunescelte di Palazzo S.Lucia per far quadrare i conti. La benzina ad esempio: la Campania, così come altre nove regioni, ha deciso di aumentare le tariffe (già aumentate a livello nazionale) sfruttando i temutissimi addizionali regionali: si tratta di una decisione intrapresa nel 2004 per recuperare soldi e coprire quanto possibile il gigantesco buco presente nel settore sanitario regionale. Con questa mossa, da Napoli possono applicare l'addizionale senza problemi. L'unica soluzione per alleviare la "botta" è ripiegare sui distributori "no-logo" (nella città di Benevento ce ne sono tre, mentre una decina sono presenti in provincia) che applicano prezzi di sei-sette centesimi inferiori alle multinazionali e che prendono sempre più piede (così come succede ad esempio in Puglia ed in special modo nella provincia di Lecce dove i distributori no-logo sono una realtà consolidata e sono facilmente rintracciabili).
ADDIZIONALI REGIONALI E TARIFFE GASOLIO
La Campania paga da almeno un decennio il carburante più caro d'Italia: motivo principale di questo salasso è l'addizionale regionale. Una sovrattassa a tutti gli effetti dicevamo, attuata in piena era bassoliniana (2004) per far fronte alle spese in rosso della sanità della Regione Campania: i cittadini si trovano a pagare ben 2,5 centesimi per ogni litro di benzina verde in più rispetto alle altre regioni del Paese, un rincaro costato ai campani ben 400 milioni. Altra sovrattassa che penalizza ulteriormente la Campania è quella sul gasolio che rientra nella legge 244 del 2007: un costo gestionale che varia ogni anno (nel 2007 era di 0,086 mentre nel 2011 ha quasi sforato con 0,097). Un altro beneficio per le casse regionali che secondo stime hanno incassato oltre 260milioni. La gestione Bassolino ha inflitto agli utenti queste due sovrattasse ed il governo Caldoro non vuol saperne di eliminarle vista anche la penuria di liquidità nelle casse regionali. Due rincari passati
quasi inosservati ma che ora, con gli ultimi aumenti a livello nazionale e con gli aggiustamenti emanati dal decreto Salva Italia, riemergono con vigore. Insomma, addizionali, assicurazioni auto e raddoppio dell'imposta regionale sulla benzina: automobilisti campani tartassati.
GLI ALTRI SALASSI REGIONALI
In Campania gli automobilisti devono inoltre fare anche i conti con l'Rca ed il bollo auto. Nel primo caso ci troviamo dinanzi ad una vera e propria sovrattassa regionale: pagare l'Rca in Campania significa sborsare una cifra quasi tre volte superiore ad una polizza assicurativa stipulata in altre regioni italiane. Motivo di questo salasso sta nel fatto che in Campania c'è una maggiore predisposizione alle truffe e dunque, rischio maggiore, Rca carissimo.
A questo bisogna aggiungere il 10% in più che il 2012 ha portato agli automobilisti campani con il bollo auto. In questi giorni vi è una vera e propria fila per pagare il bollo con il regolamento 2011 (il nuovo decreto verrà pubblicato sul Burc della Regione Campania a breve) ma i "fortunati" sono quelli che hanno il bollo auto in scadenza a gennaio: si arriva così a considerare il bollo auto 2011 un vero e proprio "investimento"...
BENZINA "NO-LOGO" E DISTRIBUTORI MULTIMARCA
Addizionali regionali dicevamo, ma anche Rca e bollo auto tutto condito dalla manovra Monti. Come possono difendersi i malcapitati automobilisti campani? Da tempo oramai stanno emergendo anche nel nostro territorio le compagnie "no-logo" apostrofate anche con il nomignolo "pompe bianche". Si tratta di distributori di carburante non legati ad alcun marchio e per questo motivo in grado di praticare prezzi scontati: stazioni di servizio "no-logo" dunque, che applicano prezzi inferiori rispetto ai grandi gruppi grazie a una gestione diretta dell'impianto. In questo modo "senza problemi e altri passaggi - così come ci ha spiegato uno dei gestori di carburante "no-logo" a Benevento - acquistiamo il carburante all'ingrosso. In Italia esistono una trentina di raffinerie che usiamo per rifornirci ed in questo modo riusciamo a praticare sconti che mediamente raggiungono i sei centesimi al litro (ma in regione Campania si posso risparmiare anche oltre 10 centesimi) grazie alla mancanza di grandi oneri di gestione, viste le dimensioni ridotte che abbiamo noi indipendenti". In Campania esistono una sessantina di carburanti "no-logo", nel Sannio una decina, a Benevento città solamente tre. Il problema principale è proprio questo: andare a caccia di gestori "no-logo" che si trovano spesso in posizioni decentrate. Può essere di aiuto al cittadino l'azione intrapresa da Federconsumatori che ha stilato una lista delle strutture attive in Campania.
Oltre alla scommessa "no-logo" si punta anche ad altre forme di risparmio come, ad esempio, la possibile nascita di pompe di benzina multimarca. L'idea è la seguente: istituire una sorta di organismo identico all'Acquirente Unico del mercato elettrico che "deve essere incaricato di svolgere il servizio di affitto-acquisto di depositi di stoccaggio di carburanti, di acquisto dei carburanti sul mercato nazionale ed internazionale e di rivendita all’ingrosso ai distributori, che potrebbero così attingervi svincolandosi dai contratti di esclusiva che li legano alle compagnie petrolifere". Chiaramente le compagnie multinazionali sono sul piede di guerra. Una ulteriore mano potrebbe venire dall'Antitrust che ha suggerito di abrogare la norma che impedisce la realizzazione di impianti del tutto automatizzati.
Gaetano Vessichelli