06/12/2010   18:22 10863

Blitz antidroga a Caserta: 25 arresti. In carcere pure un militare sannita 33enne


(Ansa) - La guardia, e la difesa, l'avevano affidata ad un pitone bianco. Del resto, nell'appartamento di via Galatina, nella frazione S.Clemente di Caserta, il giro di cocaina era cospicuo. E il giro di soldi anche, visto che grazie allo spaccio, il guadagno, netto, era di 15mila euro al mese.

Venticinque le persone arrestate nell'ambito di un'operazione messa a segno dalla polizia di Caserta in collaborazione con le squadre mobili di Arezzo, Napoli e Pordenone in diverse regioni italiane. In manette anche due militari dell'esercito.Il 'quartier generale', era a Caserta. Era li', in un appartamento, che i tossicodipendenti - scelti attentamente secondo criteri di affidabilita' nei pagamenti e di riservatezza - sniffavano addirittura, giusto per non lasciare tracce. La droga, coca soprattutto, arrivava dal mercato napoletano, da un esponente del clan partenopeo dei Mazzarella, Gennaro Attanasio, di 31 anni, di S.Giovanni a Teduccio. La sostanza, poi, veniva nascosta in zone impervie di Cervino (Caserta) nelle adiacenze dell'abitazione di un familiare di Antonio Pascarella, considerato il capo dell'organizzazione.

A proteggere l'abitazione di Caserta, un grande pitone bianco che gli investigatori hanno dovuto fronteggiare nell'installare le microspie: da lui ha anche preso il nome l'operazione, 'White Snake'. Una scena, quella che si sono trovati di fronte gli agenti di polizia, uguale a quella dello scorso 11 agosto, quando un appartamento di Roma era difeso da un pitone albino; 12 gli arrestati in quella operazione, alcuni di origine campana.

In carcere, oggi, tra gli altri, due militari dell'Esercito, Giovanni Iaderosa, 33 anni, di Sant'Agata dei Goti, caporal maggiore in servizio alla caserma Salomone di Capua (Caserta), accusato di associazione per delinquere finalizzato al traffico e spaccio di droga, e Biagio Calato, di 32 anni, caporal maggiore in servizio al battaglione logistico della caserma Baldassarre di Maniago (Pordenone), al quale viene contestato il coinvolgimento in alcuni episodi legati allo spaccio nel Casertano.

Il capo di tutti, Pascarella, per l'attivita' di approvvigionamento e di spaccio della droga faceva affidamento su di una fitta rete di collaboratori, coordinati da due suoi fratelli, Filippo e Gennaro, da Raffaele Vigliotti e Angelo Grauso. Pascarella aveva realizzato una capillare rete di spaccio da consentirgli un guadagno mensile netto di 15 mila euro, con la capacita' finanziaria di investire costantemente decine di migliaia di euro nell'acquisto di nuove partite di droga e di disporre di finanziatori in grado di fornire un capitale di 100 mila euro per l'acquisto di nuove partite di cocaina. Le indagini della Squadra Mobile Caserta, diretta dal vice questore Angelo Morabito, ha anche accertato che l'organizzazione disponeva di un vero e proprio arsenale, costituito da pistole, fucili e mitra.

Le armi venivano procurate tramite contatti con la camorra napoletana; l'organizzazione disponeva anche di un armiere fidato che aveva realizzato nel proprio appartamento un vero e proprio laboratorio dove le armi venivano modificate per favorirne l'occultamento o aumentarne la potenzialita'. (ANSA).

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