15/03/2007   21:9 3370

Benevento: le facce del Rione Libertà tra speranze e delusioni


Che cosa accade quando un quartiere della città attende di rinascere? Se capiti alle sei del pomeriggio in Via Napoli, la strada principale del Rione Libertà, sembra che a Benevento non sia accaduto nulla. I lavoratori in pausa caffè estraggono dalle tasche telefonini di ultima generazione. Le signore, accompagnate dai figli, si lanciano in pattuglie di tre a uno shopping compulsivo. I ragazzi seduti sulle panchine commentano il lento sfilare delle ragazze con indolenza da scirocco. Carini lampioncini illuminano la strada ben asfaltata e adornata di alberi e prati, per terra nemmeno un mozzicone di sigaretta. Un bambino lascia cadere una cartaccia, la madre lo strattona e gli dice: “Nun te fa cunosc’”. Potrebbe essere il motto di questa zona della città: non facciamoci riconoscere.

Ma basta fare cinquanta passi di qua o di là rispetto a Via Napoli per capire che cos’è un quartiere in attesa di rinascere. Montagne di spazzatura, buche non riparate da anni, strade buie, fontane asciutte, bus sporchi che si fermano di colpo e scaricano i passeggeri, un traffico impazzito e automobilisti indisciplinati. Il Comune assediato da centinaia di abitanti in attesa di una risposta: c’è chi cerca lavoro, chi la casa, chi un’assistenza medica e chi semplicemente di veder riconosciuti i propri diritti di cittadino.

Rione Libertà, oltre 20 mila abitanti, è la zona popolare della città. Da tempo soffre per mancanza di servizi, infrastrutture e opportunità vere di riscatto. Pur avendo una vocazione spiccatamente residenziale, il quartiere si distingue per le numerose attività commerciali e artigianali tuttora presenti. Ma è anche un territorio vitale sotto altri aspetti: due le parrocchie che si danno da fare per garantire formazione e animazione soprattutto per bambini e giovani. Numerose anche le associazioni: comitati di quartiere e centri per anziani sono le occasioni di svago per le fasce più deboli della società. Ma il Rione Libertà è anche un accumulo di problemi: microcriminalità, abbandono scolastico, povertà, disagio sociale, emarginazione. Fenomeni che hanno ostacolato un rinnovamento anche urbanistico. Un tentativo era stato avanzato negli anni scorsi dalla Giunte di centrodestra con il famigerato Piano di Recupero Urbano, ma i risultati sono stati davvero limitati. Se si esclude la riqualificazione dello stadio Meomartini e dell’ex Lazzaretto, di altre opere non c’è traccia. Simbolo di questo immobilismo sono gli alloggi di Via Galanti, una delle prime traverse di Via Napoli. In quel posto sarebbe dovuto sorgere un nuovo complesso residenziale con strade, piazzette, negozi, uffici, parcheggi e soprattutto case. Ad oggi ci sono solo scheletri che, per fortuna, non sempre sono visibili dalla strada: almeno non deturpano il paesaggio.

Ora, secondo la nuova Amministrazione attiva di centrosinistra, guidata dal sindaco Fausto Pepe, è giunto il tempo di voltare pagina. Tutti d’accordo: per il Rione Libertà è scoccata l’ora del riscatto. Lo slogan è chiaro e semplice: “La città dell’accoglienza – Il Rione Libertà dalla marginalità alla centralità”. Si tratta di un progetto di riqualificazione complessiva del quartiere che tenta di affrontare definitivamente i nodi dell’infrastrutturazione e della dotazione urbana. Una scommessa ambiziosa ma anche un tentativo serio di dare risposte ad un bacino elettorale che ha dato enormi consensi al centrosinistra alle ultime elezioni amministrative. Non a caso il punto d’ascolto della presidente del Consiglio Regionale della Campania, Sandra Lonardo, è stato fissato proprio in questa zona della città. I suoi collaboratori ci dicono che dalla sua apertura il centro è stato visitato da ben 1.500 persone con i bisogni più disparati.

Di questo nuovo progetto la gente non vuol sentir parlare, vuole soltanto dimenticare in fretta le tante promesse dei politici che non sono state mantenute. Cerca di dimenticare nel rito della passeggiata a Via Napoli dove il rione prova a nascondere le macerie. Come se fosse possibile. Intanto, a Palazzo Mosti si lavora a questo nuovo Piano che, se abbiamo capito bene, è sulla carta qualcosa di faraonico. Gli amministratori dovrebbero tentare di rendere normale e vivibile un quartiere e invece hanno scelto di rivoltarlo come un calzino. 100 milioni di euro da spendere che saranno reperiti con un partenariato pubblico–privato. Per la parte pubblica il Comune attingerà ai fondi riservati dalla Regione Campania ai progetti speciali per le città capoluogo. I soldi saranno spesi per l’edificazione di una cittadella studentesca e di un palacongressi. C’è l’intenzione, inoltre, di procedere alla pedonalizzazione di Via Napoli per valorizzare, anche attraverso ulteriori iniziative, le attività commerciali presenti in zona.

“Stiamo lavorando per il rilancio economico del quartiere – spiega l’assessore comunale all’Urbanistica, Aldo Damiano -. Per fare ciò, da un lato ammoderneremo gli immobili che già sono presenti e dall’altro creeremo nuove infrastrutture. Il nostro progetto tenta di dare risposte ai cittadini senza però penalizzare gli operatori commerciali e tenendo conto delle preesistenze”. L’assessore butta le mani avanti perché sa che la proposta della Giunta rischia di incontrare numerosi contrari. In primis, l’opposizione consiliare che quando era maggioranza aveva studiato una soluzione diversa.

“Noi avevamo lanciato l’idea della Spina commerciale – ricorda l’ex assessore di An Fernando Petrucciano oggi consigliere – e anche se incontrammo qualche resistenza iniziale, credevamo che potesse rappresentare un’alternativa valida al silenzio che per troppo tempo aveva avvolto il rione. Ora si sparano grandi cifre ma non si comprende bene dove si voglia andare”. Perplessità che vengono sposate anche da alcuni commercianti che avevano creduto nel progetto precedente, investendo anche del capitale che forse non rivedrà mai più. Non parlano, invece, i cittadini che hanno votato questa Amministrazione. Preferiscono parlare d’altro e poi devono scappare, sono tutti presi da altre cose. Un silenzio che viene da chi in questa zona, in questi decenni, ne ha viste e sopportate di tutti i colori. Soprattutto ha dovuto accettare che tante intelligenze facessero le valigie per andare altrove.
Uno scetticismo che non preoccupa il primo cittadino Fausto Pepe che dice sicuro: “Il nostro è un chiaro segnale del fatto che abbiamo imboccato il giusto cammino per rinnovare finalmente il volto del Rione Libertà”.
Pellegrino Giornale 
 

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