Benevento: l’attività della Lega Italiana per la lotta ai tumori
Due divani e tre persone in sala d’attesa. È un ambiente semplice, quasi spartano, quello della Lega Italiana per la lotta contro i tumori, in Via Martiri d’Ungheria, al numero civico 21. Eppure il clima, al suo interno, è sereno. I dottori sorridono e le pazienti sembrano sentirsi a loro agio. È una sensazione di calore, di solidarietà, di assistenza verso chi, sprovvisto di mezzi economici o no, vive una malattia o, semplicemente, ha bisogno di effettuare un controllo di routine. Il centro è aperto a tutti e le visite sono gratuite. Abbiamo l’appuntamento con Pietro Carbone, senologo. Ci accoglie in uno degli uffici della sezione insieme con il vice presidente, Federica Morea.
Inizia la delucidazione sulla natura e sugli obiettivi della Lega: “La sezione beneventana della Lega Italiana per la lotta contro i tumori – spiega Pietro Carbone - esiste dagli Anni ’60. Siamo un ente pubblico che opera sotto il controllo diretto del ministero della Salute. Ci occupiamo dell’informazione sulla prevenzione delle malattie tumorali e dell’assistenza ai malati oncologici. Ciò avviene tramite contributi economici, laddove necessario, soprattutto, però, attraverso le nostre strutture con visite senologiche, ginecologiche, urologiche, dermatologiche e psicologiche”.
Lo staff è composto da Stefania Luciano e Michele Pezza in Dermatologia, Mariateresa Varricchio e Annalisa De Blasio in Ginecologia, Fedele Pizzella in Urologia, Pietro Carbone in Senologia, Lucia Tagliaferri, psicologa, responsabile e del sostegno morale ai malati oncologici e del centro antifumo. Il presidente è Michele Bocchino, pneumologo e attuale direttore sanitario del centro riabilitativo “Villa Margherita. Tutte queste figure prestano la loro attività gratuitamente, come volontari. Negli anni, siamo riusciti a scoprire e prevenire numerose forme tumorali. Non conosciamo il percorso terapeutico successivo poiché i pazienti vengono indirizzati verso centri specialistici. Naturalmente, si tratta solo di un consiglio, ciascuno è libero di farsi curare dove ritiene più opportuno”.
Dei servizi offerti dalla Lilt si avvalgono oltre 3000 donne all’anno (anche se la struttura è
aperta anche agli uomini) per la prevalenza tra i 40 e i 60 anni. Quella dermatologica è la visita più effettuata. “Per visita dermatologica – specifica il medico - s’intende il controllo dei nei. È ovvio che essendo un centro per la prevenzione dei tumori lo scopo sia prevenire il melanoma. Sono sempre controlli volti alla diagnosi precoce. Nell’ambulatorio di ginecologia si effettua il pap test ma non l’ecografia. In senologia si svolgono visite, ma non mammografie. Per questi esami, ci appoggiamo a strutture convenzionate, all’interno delle quali, le pazienti potranno pagare un ticket di 30 euro, oppure nulla se rientranti nella fascia d’età esente: dai 45 ai 60 anni”.
Le visite vanno ripetute secondo protocolli nazionali. “La visita senologica va fatta ogni anno. La mammografia ogni due anni a seconda della fascia d’età e della fascia di rischio. Il pap test ogni 18 mesi e il controllo dei nei una volta all’anno”. Scopo della Lilt è la prevenzione che, ci dicono, prima di ogni cosa passa per l’informazione. “Organizziamo convegni scientifici – spiega il vicepresidente, Federica Morea – e incontri presso le scuole. La prossima campagna nazionale a cui aderiremo sarà la settimana della prevenzione per una giusta alimentazione. Al riguardo, terrei a sottolineare che i fondi raccolti attraverso queste iniziative servono esclusivamente per autosostentarci. D’altronde, i cittadini usufruiscono di un servizio gratuito ma noi, ovviamente, abbiamo dei costi da sostenere”.
Per accedervi, basta telefonare al numero di centralino 0824313799 e prenotare la visita. Non occorre l’impegnativa da parte del medico di famiglia. La sezione è aperta tutti i giorni della settimana, chiaramente i tempi d’attesa variano a seconda della disponibilità del medico. In genere, due o tre giorni. Al massimo, una settimana. Non occorre tesserarsi anche se: “Alle persone proponiamo di associarsi alla Lega – spiega Carbone -, se non altro per avere un contributo che ci permette di garantire la funzionalità del centro. Chiaramente non è obbligatorio”.
Anna Liberatore