12/06/2009   13:49 4243

Benevento, assolto il veterinario Izzo: ‘Chi tutela la legge non può peccare in leggerezza’


Due anni fa, nell’ambito di un’indagine della Procura della Repubblica di Santa Maria Capua Vetere riguardante il traffico di suini tra Spagna e Italia in violazione delle norme sanitarie, la Guardia di Finanza di Caserta arrestò 12 persone, tra cui il veterinario di Airola Arcangelo Izzo. Pochi giorni fa, il 4 giugno, la sentenza di assoluzione per “non aver commesso il fatto”. Izzo ha scritto una lettera, dopo la conclusione del processo, ricordando con amarezza il periodo vissuto in carcere e lo sconvolgimento familiare per la vicenda, definita un’ingiustizia. Di seguito, il testo della lettera inviataci da Arcangelo Izzo.

“Ha avuto inizio all’alba di un giorno ingiusto e terribile il mio calvario, l’alba del 5 luglio 2007, quando fui svegliato dalle forze dell’ordine e violato nella mia intimità, nelle mura della mia casa, nella mia normale e semplice quotidianità. Fui portato via con forza e di fretta senza avere chiarimenti, senza capire e poter spiegare alla mia famiglia cosa stesse succedendo. Fui portato via prima in Procura a Santa Maria Capua Vetere e poi tradotto nel carcere di Capodimonte di Benevento come un balordo incallito, come un assassino di prim’ordine che non meritava alcun rispetto o umanità.

Seguirono giorni terribili, negli occhi dei miei figli lessi lo stupore, lo sgomento e l’indignazione per un’ingiustizia improvvisa, gratuita ed incomprensibile. Cercavamo insieme di capire quali fossero le accuse mosse contro di me, quali le indagini condotte e perché si fosse così frettolosamente giunti a quella conclusione. Durante le interminabili notti nel carcere trascorrevo il tempo a ripercorrere i miei anni spesi a fare il veterinario, un lavoro che ho scelto di fare per passione e che ho praticato con linearità, trasparenza e professionalità. Un lavoro duro, ma anche pieno di soddisfazioni. E proprio quelle soddisfazioni, la consapevolezza della mia onestà, l’amore per i miei figli e la mia profonda fede sono state la mia forza, la luce sempre accesa su quelle giornate lunghe e buie.

In quelle settimane ho avuto la solidarietà di molte persone, soprattutto quelle che mi conoscevano bene, che mi stimavano e mi stimano e non sono giunti a conclusioni superficiali e frettolose sul mio conto; anche i miei compagni di cella, estranei a me , al mio mondo, hanno saputo starmi accanto, hanno saputo infondermi coraggio e speranza, rispettando il mio dolore.

Tutto questo non lo dimenticherò mai! Il 4 giugno di quest’anno è stata emessa la sentenza: il dottore Arcangelo Izzo non ha commesso nessun reato, è innocente.  E allora fermatevi e riflettete. Pensate a quell’alba insieme a me, a me innocente. Alla violazione della mia vita senza avere nessuna colpa, senza aver commesso il fatto. Pensate allo sconvolgimento della mia famiglia, al dolore dei miei figli e ditemi cosa ne pensate.

Non scrivo questa lettera per autoedificarmi ad eroe, né sono uno sprovveduto, un ingenuo che grida vendetta. Non voglio puntare il dito sul lavoro delle forze dell’ordine, sulla magistratura e sulla giustizia, conosco uomini e donne integerrimi che compiono benissimo il loro lavoro e credono in quel che fanno per un Paese migliore. Il mio non è un “j’ accuse” cieco e senza senso ma va dritto verso coloro, uomini come me, ma con una responsabilità più alta, che è quella di essere portatori e tutori della giustizia, che fanno il loro lavoro con irresponsabilità.

Le donne e gli uomini che tutelano la legge e che la rappresentano non possono peccare in leggerezza, non possono cadere in errori di superficialità o, peggio ancora, non possono permettersi incompetenze, perché hanno in mano la vita di altri uomini e quella di intere famiglie. La giustizia che fa ingiustizie e colpisce gli innocenti ha fallito, ha tradito il suo obiettivo primario, fondamentale, che è la difesa e la tutela dell’uomo innocente.

I giornali, le televisioni riportarono a gran voce e a grandi titoli la notizia del mio arresto, oggi, invece, alla mia sentenza e alla mia riconosciuta innocenza non sono state dedicate che pochissime righe. Meglio un uomo colpevole e presunto assassino che un sicuro innocente!

Ma quello che adesso mi chiedo con angoscia è: chi cancellerà questi momenti terribili dagli occhi dei miei figli e quanti come me hanno subito e dovranno subire il calvario del colpevole pur essendo innocente?
Ho voluto con questa lettera mettervi a conoscenza della conclusione del processo perché molti di voi mi sono stati vicini nella disgrazia ed oggi voglio che sorridano (anche se con amarezza) insieme a me per il riscatto che la sorte ha voluto concedermi.
A tutti voi dico grazie di cuore!
L’amico di sempre".
Dott. Arcangelo Izzo





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