16/04/2013   9:32 5209

Benevento, all'Auditorium del Seminario conferenza su 'Memorie in bianco e nero'


Per iniziativa del Centro di Cultura dell’Università Cattolica di Benevento a favore della promozione della cultura, della storia e dell’arte, si è tenuta nella serata di lunedì 15 aprile, nell’Auditorium del Seminario di Benevento, una conferenza dal titolo “Memorie in bianco e nero”. Curatori, Maurizio Cimino, Sandra Columbro, Marina Della Torca, Diana Grasso e Francesco Morante.
L’iniziativa articolata in due incontri, durante i quali vengono presi in considerazione due diversi periodi storici della città di Benevento: dal 1860 alla prima guerra mondiale, argomento oggetto dell’incontro di questa serata, e dalla prima guerra mondiale al 1960, oggetto della serata del 16 aprile.
La proiezione di vecchie fotografie e raffigurazioni della città di Benevento, oltre alla voce dei narratori, hanno rotto il silenzio della sala curiosa, affascinata da foto in bianco e nero e da ricostruzioni verbali di luoghi e fatti che hanno restituito immagini di un tempo lontano che ritraevano pero, spesso, gli stessi luoghi in cui viviamo oggi. Storia in dimensione quotidiana che ha cullato i ricordi dei presenti attraverso rappresentazioni di luoghi, visi, scorci, tutto in una luce patinata, ma attraente. Dopo il 1860 la città entra a far parte del Regno d’Italia, svincolandosi dal controllo papalino e pronta ad aprirsi al nuovo Stato. Vengono quindi abbattute quasi tutte le porte cittadine: Porta Somma, Porta Aurea, Porta Rettore, Porta Pia o Gloriosa, Porta San Lorenzo, porta Arsa (o portella delle carcare), Porta Rufina (ultima abbattuta nel 1928), Portella dell’Annunziata. Di Porta Gloriosa non abbiamo immagini se non la raffigurazione fatta da Saverio Casselli, a cui si devono una serie di stampe della città dall’esterno. La nuova urbanizzazione vede quindi la nascita dell’edificio della stazione ferroviaria, a circa un km dalla città, e la costruzione di un viale che comunicasse la città stessa con la ferrovia, il Viale Principe di Napoli, dal nome del principe e futuro re Vittorio Emanuele III che era stato in visita alla città. Nasce anche una strada di rappresentanza, il corso Garibaldi, che potesse ospitare la vita sociale ed economica della borghesia beneventana. Al posto delle bancarelle nascono i primi negozi per la classe media cittadina, bar, attività commerciali di automobili, barbieri e la sala della Camera del Commercio. Nascono le prime attività industriali come quella di Profeta e della sua produzione del torrone “Elena”. Giuseppe Sifo potenzia il settore dolciario con la produzione del “Torrone del Sannio”. Nasce il bar pasticceria di Paolo Pastore e il Gran Caffè di Arcangelo Rossi che produceva anche torrone. A Piazza Orsini nasce, per volontà di Giuseppe Alberti, un caffè dove si produce quello che diventerà il famoso liquore Strega, locale ben presto identificato come punto di riferimento dei liberali beneventani. Segue la nascita di ristoranti come “Villa di Roma”dei fratelli Anzovino ed il “bar Moca”, luogo frequentato anche da donne. La città ospitò, in quegli anni, molte fiere delle quali è arrivata fino a noi quella di San Giuseppe. Come centro delle attività commerciali nasce Piazza Commestibili, luogo di odori, sapori e suoni che si sono prolungati fino al 1980, anno di chiusura del punto vendita. Fin dalla seconda metà dell’800 si andarono diffondendo attività di fotografi come quella dei fratelli Pensa, specializzata nella ritrattistica e nelle foto della città, come quelle realizzate dai Pensa nel 1880, su commissione della provincia di Benevento. Nasce nel 1889 lo studio fotografico di Luigi Intorcia, nel 1902 arriva il cinema in città, nel 1907 i fratelli Addabbo aprono il primo “Cinematografo del Sannio”e nel 1911, i fratelli Anzovino aprono la “Sala Roma”. Nascono molti ‘circoli’, luogo di incontro della borghesia cittadina, come il “Circolo Unione” e quello degli ‘impiegati’, luoghi di mondanità attivi soprattutto durante le ‘parate’ che si susseguivano numerose in città. Negli anni ’30 l’istruzione diventa laica e nasce il Liceo “Pietro Giannone” a Piazza Roma, nel 1872 nasce la Scuola Professionale “Guacci”e nello stesso periodo il liceo Scientifico “Gaetano Rummo” che viene collocato all’interno di Palazzo Mosti. Le scuole Orsoline prima e quelle Battistine poi si occupano poi, negli ultimi anni dell’800, dell’istruzione dei bambini e delle donne. Per l’istruzione maschile nasce l’Istituto degli “Ignorantelli”, con sede nel convento di santa Sofia. Nel 1866 nasce l’istituto “Bosco Lucarelli” e nel 1909 L’Istituto tecnico “Alberti”. L’arte si manifesta soprattutto come interesse archeologico; Almerico Meomartini si adopera, nel 1893, per la nascita di un museo che viene ospitato nella Rocca dei Rettori,ma solo nel 1929, grazie ad Alfredo Zazo, il Museo del Sannio vede la sua vera nascita. Le famiglie di quegli anni erano numerose e composte da parenti di tutte le età, la vita era semplice, gli uomini al lavoro e le donne al mercato, le chiacchiere col vicinato e le sere in casa ad aspettare che le candele si consumassero per poi andare a letto.
Tutto attraverso scatti fotografici di un tempo andato che è sembrato reale e presente, di una vita dimenticata che per qualche ora è ritornata reale, di persone sconosciute che hanno però fatto la storia della città, in un viaggio nella memoria in bianco e nero che, grazie a questa iniziativa, è sembrata tornare ai colori del ricordo.
Eusapia Tarricone

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