Avellino. Dipendenti comunali indagati per buste paga "gonfiate"
Gli Agenti della Squadra Mobile della Questura di Avellino, hanno dato esecuzione a tre provvedimenti di sequestro preventivo per un importo di 162.000 euro a carico di altretttanti dipendenti del Comune di Atripalda.
I tre indagati sono due irpini 59enni ed un 53enne di nazionalità elvetica, tutti responsabili, in concorso, di aver posto in essere un’attività illecita consistente nell’inserire nel sistema informatico, voci stipendiali non dovute in relazione ai livelli retributivi previsti per le qualifiche rivestite. I tre, a fronte di queste alterazioni disponevano quindi mandati di pagamento recanti importi maggiorati che venivano inoltrati alla tesoreria comunale la quale procedeva all’accredito dello stipendio.
Le indagini che hanno consentito di accertare che le responsabilità dei tre impiegati comunali risalgono alla fine del mese di febbraio 2015. In tale data è stata infatti sporta formale denuncia, presso gli Uffici della Squadra Mobile, su presunte anomalie sul sistema informatico di contabilizzazione degli stipendi del Comune di Atripalda.
Nel corso dell’attività investigativa sono emersi inconfutabili elementi di colpevolezza a carico dei tre dipendenti i quali, nel corso di questi ultimi anni, avvalendosi di conoscenze informatiche specifiche, si erano appropriati, a più riprese, di somme di denaro che venivano contabilizzate sulle rispettive buste paga.
Lo stratagemma usato, consisteva nell’inserirsi all’interno del sistema, agevolati anche dalla loro funzione dirigenziale in seno al Comune, ritoccare in aumento i loro stipendi inserendo delle voci non corrispondenti all’effettiva attività prestate, formare dei mandati di pagamento falsati in modo da scongiurare il controllo ed inviare tali emolumenti taroccati alla tesoreria comunale, che emetteva i pagamenti degli stipendi.
Le indagini hanno permesso di individuare, che in alcuni casi, le buste paga gonfiate venivano utilizzate dagli indagati per accedere a benefici di credito per la cessione del quinto dello stipendio presso alcune società di finanziamento, tutto ciò avveniva anche creando documentazione falsata a firma degli indagati seppur non competenti all’inoltro di tali istanze.
Pertanto si è proceduto alla notifica dei provvedimenti agli indagati, alle banche ed agli altri istituti di credito ove risultavano presenti conto correnti ed altre disponibilità finanziarie riconducibili ai tre indagati.
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