Assenteismo all’Agenzia del Territorio: in 28 sottoposti a misure cautelari, sei denunciati
Una maxi operazione antiassenteismo presso l’Agenzia del Territorio, a Benevento, è stata condotta dai carabinieri, con il coordinamento della Procura della Repubblica: 28, tra impiegati e funzionari, sono indagati per truffa ai danni dello Stato e falso e sono stati sottoposti alla misura cautelare dell’obbligo di presentazione alla Polizia Giudiziaria (presso il Comando Provinciale dei Carabinieri), emessa dal Giudice per le Indagini Preliminari del Tribunale di Benevento. Sei persone, inoltre, sono state denunciate in stato di libertà.
Dal mese di giugno del 2009 all’agosto di quest’anno, il personale dell’Agenzia del Territorio – che ha sede in Via Foschini, a Benevento – è stato monitorato dai carabinieri che hanno riscontrato, in alcuni casi, comportamenti anomali di alcuni dipendenti che spesso si allontanavano dal posto di lavoro durante l’orario di servizio o la pausa pranzo.
“Il sistema – ha spiegato in una nota il procuratore della Repubblica di Benevento, Giuseppe Maddalena – veniva attuato andando in ritardo al lavoro o uscendo in anticipo dall’ufficio, con la complicità di colleghi a cui prestavano il proprio badge elettronico con l’incarico di strisciarlo in loro vece, facendo risultare, in tal modo, il turno di servizio regolare”.
Dall’acquisizione dei documenti contabili e dal controllo dei registri delle presenze, dove vengono riportate le timbrature dei cartellini, nonché dall’esecuzione di servizi di osservazione, controllo e pedinamento, “si è appurato inconfutabilmente – prosegue la nota – che 34 dipendenti su un centinaio in organico allo strategico ufficio provinciale, erano reiteratamente assenti dal posto di lavoro, senza giustificato motivo, per effettuare incombenze personali o familiari.
Inoltre, è stato accertato che, a loro piacimento, falsificavano la documentazione comprovante il loro lavoro ordinario e straordinario, inducendo in errore i responsabili dell’Agenzia del Territorio e, di fatto, percependo emolumenti maggiori e non dovuti. Conseguentemente, questa condotta è risultata direttamente dimostrativa sia del falso che della truffa aggravata in danno di Ente Pubblico, avendo consentito l’indebita erogazione di corrispettivo non dovuto”.
“Giova evidenziare – ha aggiunto il procuratore Maddalena – che, nel caso di specie, la misura cautelare è stata applicata nei confronti degli indagati maggiormente gravati sotto il profilo indiziario, tenuto conto che a loro carico sono state inequivocabilmente accertate condotte illecite, reiterate in almeno tre o più occasioni, circostanze certe poiché supportate dai servizi di osservazione, controllo e pedinamento completi di rilievi fotografici, posti in essere dal personale operante e dai dati rilevati dai tabulati delle presenze – e orari di servizio – debitamente acquisiti. Segnatamente, le persone sottoposte alle indagini in almeno tre o più occasioni, pur risultando documentalmente al lavoro, di fatto, negli orari e date indicati nella contestazione, o ancora non entravano in ufficio o se ne allontanavano in anticipo arbitrariamente, sebbene i dati dei tabulati estrapolati ne attestassero falsamente la presenza”.
“Senza contare – ha concluso il procuratore - che i fatti in contestazione, così plateali da essere percepibili agevolmente anche dall’esterno, appaiono particolarmente gravi perché non solo gettano discredito su un’intera istituzione pubblica, ma costituiscono un evidente danno anche per i dipendenti che vi operano e lavorano secondo le regole”.