Asili nido: quanto si spende in Italia e in Campania
Considerata l’importanza delle strutture per la prima infanzia sono state condotte numerose ricerche a riguardo, indicando soprattutto quanto si spende per questo settore. La spesa varia molto da comune a comune.
Fra i servizi fondamentali a cura delle amministrazioni locali rientrano gli asili nido, i cui iscritti aumentano considerevolmente e che gravano non poco sulle tasche dei cittadini. Per questo motivo Openpolis, nella sezione “openbilanci”, ha deciso di rendere pubblici i dati inerenti alle spese di ogni comune per gli asili nido. Per spesa si intende la spesa stanziata dal Comune per sostenere gli asili nidi pubblici (ed eventuali finanziamenti a strutture private) e tutti i servizi di tutela per l’infanzia e i minori, come i centri di assistenza.
Nell’ultimo anno di rilevazione i grandi comuni italiani hanno speso circa 75 euro pro capite, 5 euro in più rispetto all’anno precedente. Fra le città che investono di più troviamo Trieste (€135,25), Roma (€114,01) e Milano (€113,34). In fondo alla classifica Padova (con €40,6 pro capite), Palermo (€31,85) e Messina (€6,04).
In Campania la spesa è di circa 300mila euro, 5,42euro pro capite. Per quanto riguarda le rette, invece, sempre in Campania la retta mensile per un bambino iscritto all’asilo nido comunale ammonta a 241euro, cento euro in meno rispetto alla media nazionale. In testa Benevento (300 euro, +6,4% rispetto al 2013/14), seguono Caserta e Avellino, con rispettivamente 250 e 225 euro. Napoli si attesta come città meno cara, con i suoi 210 euro.
Quello in merito agli asili nido è sempre stato un argomento controverso e particolarmente delicato per la regione Campania: le strutture offerte dal comune sono poche e molto costose (la maggior parte di esse si trova a Napoli e Salerno) e i bambini sono tanti, le liste di attesa sono infinite e un bambino su cinque, in media, resta in attesa di un posto.
Nel 2013, inoltre, il settore "Istruzione, Educazione permanente, Promozione culturale" ha determinato i contributi regionali "una tantum" per concorso spese di gestione e funzionamento per asili nido. Mentre, invece, già nel 2014 era emersa la necessità di creare nuove strutture destinate alla prima infanzia (0-36 mesi).
Carmen Chiara Camarca