San Marco dei Cavoti (Alluvione ottobre 2015) 14/10/2016   22:20 4774

Alluvione. Ad un anno dalla tragedia la situazione dei comuni piu' colpiti


Le alluvioni del 15 e del 19 ottobre 2015 non colpirono solo il capoluogo ma tanti comuni del Fortore, del Tammaro, della Valle Telesina e Vitulanese. Un anno dopo ecco la situazione.

Furono molti i comuni del Sannio colpiti dall’alluvione dell'ottobre 2015, il più colpito fu Paupisi (1600 abitanti alle falde del Taburno) che pian piano sta tornando alla normalità. In quei drammatici giorni il piccolo centro vide l’arrivo non solo dei volontari e della Protezione Civile, ma anche dell’Esercito il 21° Reggimento Genio Guastatori di Caserta (furono di scena anche a Fragneto Monforte). 93 le famiglie fatte da sgomberare dal primo cittadino Antonio Coletta, case sventrate, rete elettrica e fognaria saltata, dalla montagna cadde a valle di tutto. Alcuni, come Luigi - titolare del Bar Pizzeria Gioia - persero tutto, anche l’attività, frutto dei sacrifici di una vita. Per riaprirla, avere un mutuo non è stato facile e aspettare i fondi non era possibile.

“Il fango arrivava al soffitto – racconta – ho salvato solo il forno e l’impastatrice. A farci andare avanti è stata la disperazione. Ringrazio comunque Dio perché stiamo tutti bene, solo Gesù ci ha aiutati. Abbiamo ricevuto poco fino ad ora: 1000 euro da Confcommercio, 2500 euro dalla Caritas e 5mila euro come contributo perché abbiamo dovuto abbandonare la casa. Ristrutturare il locale – dice con gli occhi gonfi di orgoglio e commozione – ci è costato 300mila euro, ed è andata bene perché faccio il muratore e la maggior parte dei lavori li ho svolti con i miei figli Alessandro e Paolo. Mi sento arrabbiato perché ricevere gli indennizzi dopo un anno, forse, che senso ha? Noi abbiamo rischiato di non riaprire più perché eravamo rimasti senza più nulla”. Prima di concludere Luigi guarda il nipote di 4 anni giocare e con tono dimesso farfuglia: "che futuro avrà? Ci siamo ipotecati il futuro, lui dovrà farcela da solo come noi".

Questa è una delle tante storie che è possibile raccogliere non solo a Paupisi, ma un po’ ovunque nel Sannio ferito ma non esamine, che con forza e tenacia si è rimboccato le maniche ed è ripartito. Oggi il bar pizzeria Gioia ha riaperto, lo ha fatto il 1 agosto scorso, a 10 mesi dall’alluvione.

Ad un anno esatto abbiamo parlato anche con il sindaco di Paupisi, per capire cosa è stato fatto e se persistono ancora criticità. “Abbiamo ripristinato i servizi essenziali – dice Coletta – come la rete idrica e fognaria, mentre siamo ancora al lavoro per ripristinare totalmente la rete elettrica. Abbiamo remunerato al 50% le spese di somma urgenza che ha anticipato l’Ente, abbiamo ripristinato parzialmente la viabilità in modo da tamponare i disagi anche se andrebbero fatti interventi mirati, andrebbero terminate le opere di pulizia di impluvi e valloni che poi sono stati la causa scatenate del disastro. Oggi siamo dunque ad attendere il ristoro dei danni per i privati mentre per il pubblico ci vorrà ancora un po’ di tempo. Anche per il ripristino della strada provinciale che collega Paupisi, Solopaca, Torrecuso, Vitulano attendiamo risposte. Sono però contento di come ha operato il commissario Grimaldi, ha evitato assalti alla diligenza”.

Anche San Marco dei Cavoti fu colpito con danni ingenti provocati dalla piena del Tammarecchia. “Abbiamo già restituito l’80% dei 390mila euro spesi in somma urgenza – spiega il primo cittadino Gianni Rossi – altri 150 mila euro serviranno per il progetto che dovrà ripristinare il depuratore. Anche alcune opere provvisorie per la sistemazione delle strade sono state fatte, ma non basta. Abbiamo creato insieme ai sindaci di Reino, Colle Sannita, Pesco Sannita, Molinara, San Giorgio la Molara e Fragneto Monforte una sorta di associazione che ci permetterà di accedere ai fondi del PSR, sperando che possano ulteriormente attenuare i disagi”.

A Dugenta, invece, a causare danni fu il torrente San Giorgio che attraversa il centro abitato. “Una vicenda dolorosa – dice il sindaco Clemente Di Cerbo – il torrente desta ancora preoccupazione. Stiamo programmando interventi per mitigare il rischio e scongiurare che l'evento possa ripetersi. Abbiamo già chiamato in causa il Genio Civile e l’Autorità di Bacino per presentare progetti a valere sui fondi strutturali di prossima emanazione”.

A Circello caddero sei ponti su otto, gli altri due erano inagibili. Il paese fu completamente isolato. Un mese dopo l’alluvione l’acqua arrivava grazie ad un bypass volante sulla rete idrica, 5 erano le famiglie sfollate mentre nella contrada Cese Alta l’energia elettrica arrivava grazie a dei generatori, perchè la linea era completamente . Ad un anno distanza qualcosa è cambiato. “Per l’80% l’emergenza è terminata – dice Giancluadio Golia sindaco di Circello – siamo soddisfatti anche se con enorme difficoltà dei risultati raggiunti come amministrazione. In breve tempo, siamo riusciti a portare il nostro paese fuori dall’emergenza. Per le contrade rimaste isolate dal centro urbano con la seconda alluvione, quella del 19 ottobre che distrusse i ponti di collegamento, in meno di un anno abbiamo ripristinato la viabilità, ripristinando il ponte Tammarecchia sulla S.P. 100 e il ponte sulla strada comunale ‘Fontana San Vito’, altri ponti sono stati ricostruiti i ponti di Monte Freddo sulla S. P. n62 Circello-Castelpagano e sul torrente Torti in località Forcellata. Naturalmente abbiamo trovato la collaborazione del commissario Grimaldi, del presidente della Provincia Ricci, di Genio Civile e Protezione Civile. Colgo l’occasione per dire che nel mese di novembre inizieranno i lavori del ponte che collega la frazione di Forcellata a quella di Cese Bassa”.

Anche Casalduni ha vissuto in quei giorni momenti non difficile. Un mese dopo l’alluvione, nel centro guidato dal sindaco Pasquale Iacovella, 600 persone che abitavano le contrade erano ancora isolate e per raggiungere il paese erano costrette a percorrere anche più di 20 km. “Oggi – spiega – abbiamo ancora alcune criticità da risolvere come il Ponte Alente, alcuni interventi tampone lungo le arterie sono state fatti ma andrebbero comunque rifatte. Il grosso dei lavori in quei giorni almeno nel nostro comune venne svolto dai volontari e cittadini, come somma urgenza abbiamo speso 50mila euro ma le ditte che hanno lavorato ancora non hanno avuto i rimborsi. È partita invece la ricostruzione del Ponte Malepara che ci collega alla Statale 88”.

Michele Palmieri

SPECIALE ALLUVIONE 2015 

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